Bulli a scuola, Repubblica intervista Pisano (Flc Firenze)

«Si è presentata davanti ai nostri uffici in lacrime. Arrivata per fare la supplente in un istituto professionale di Firenze, ci ha implorato di aiutarla a ottenere il trasferimento. I suoi studenti l’avevano chiusa in classe e non volevano più farla uscire. Sembrava terrorizzata». A parlare è Paola Pisano, segretaria provinciale della Cgil Flc, che racconta uno dei tanti episodi di insegnanti che hanno dovuto subire gli atteggiamenti aggressivi dei loro alunni.

È vero che i docenti si sentono abbandonati?

«Noi continuiamo a chiedere che vengano attivati percorsi di formazione che possano dare ai professori i giusti strumenti per affrontare situazioni difficili, ma la verità è che spesso si trovano davanti a un muro. Non tutti i presidi sono disposti ad ascoltare, mentre i genitori danno sempre ragione ai loro figli».

Ritiene che ci sia una resistenza da parte delle famiglie?

«Il punto è che gli studenti ormai si trovano davanti a dei `no’ solo a scuola. Capita che le famiglie cerchino addirittura di contrattare o far ridurre le punizioni date ai figli».

Questo accade soprattutto nelle periferie e nei contesti sociali più difficili?

«Non più. Queste forme di bullismo sono diffuse a macchia d’olio. A essere coinvolti non sono solo studenti considerati `problematici’ o i figli di immigrati, ma anche provenienti da famiglie che hanno studiato ma che hanno cresciuto ragazzi arroganti, che si sentono in diritto di dire tutto perché non saranno puniti».

Fonte: Repubblica Firenze del 20-4-2018 (articolo a firma di Valeria Strambi)

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