Storie di lavoratori “in mostra” al Festival delle narrazioni nell’Empolese

Storie di lavoratori dell’Empolese “in mostra” durante il Festival delle “Narrazioni popolari” nei comuni dell’Empolese dal 6 ottobre: l’iniziativa Cgil-Cisl-Uil Firenze. Galgani (Cgil Firenze): “Si racconta il lavoro in maniera diversa”

Una insegnante, una operatrice del carcere di Sollicciano, un operaio di una fonderia, un pensionato, una addetta alle pulizie e una alle mense, una ex lavoratrice delle confezioni: loro e altri saranno lavoratori dell’Empolese “in mostra” in uno spettacolo (chiamato “J.O.B.S. Join Our Blended Stories. Storie di lavoratori in mostra”) all’interno del Festival “Ci sono sempre parole – Festival delle narrazioni popolari (e impopolari)” presentato oggi a Firenze (SCARICA LA NOTA STAMPA) e che si svolgerà dal 6 ottobre al 30 novembre nei Comuni dell’Empolese. L’inaugurazione della mostra “J.O.B.S.” (che durerà fino al 16 dicembre) sarà il 6 ottobre alle ore 18 presso Montelupo Fiorentino (Firenze) al Palazzo Podestarile.

I DETTAGLI DELLA MOSTRA (a cura di Andrea Zanetti, in collaborazione con CGIL, CISL e UIL Firenze)

Il mondo del lavoro oggi. La precarietà, l’incertezza, il silenzio, il futuro che non arriva. La realizzazione di sé. Le famiglie contemporanee, il mutuo, la pensione, i nipoti. Le non famiglie, le solitudini. Le relazioni. Quanto si potrebbe scrivere e raccontare sul mondo, meglio, i mondi, del lavoro oggi! Quante storie di difficoltà, successi o privazioni, potremmo descrivere sulla base delle cronache quotidiane che leggiamo. Il mercato, la globalità, le reti, l’innovazione, la manualità; gli operai che resistono e quelli che non esistono. Gli occhi disillusi dei pensionati e quelli rassegnati dei figli. Ma anche gli occhi di chi ci è riuscito, con o senza lotte. Le mani di chi si impolvera ogni giorno o quelle veloci di chi digita su qualche tasto.
La mostra interpreta i racconti individuali dei lavoratori abbracciando la complessità del mondo del lavoro contemporaneo. Sedici artisti interpretano, con la realizzazione di un’opera inedita, il racconto di un lavoratore. I lavoratori in mostra portano un oggetto ciascuno che identifica il loro impiego; attraverso il racconto del singolo lavoratore l’oggetto – con un QR code – parla in prima persona della storia personale ci colui che lo ha scelto. Un’esposizione che mette in relazione diretta i lavoratori con gli artisti, obbligandoli ad uno scambio di empatia, di parole e emozioni. Gli oggetti diventano il mezzo sul quale costruire la relazione e l’icona plastica che in mostra ‘affianca’ le opere degli artisti. Sul modello del Museo delle Relazioni Interrotte di Zagabria, gli oggetti sono i protagonisti reali della mostra: come rappresentazione visiva ed orale delle singole storie e come scintilla creativa per gli artisti. Il racconto della complessità contemporanea del mondo del lavoro attraverso l’intimità delle parole, dei pensieri e delle speranze. Una mostra collettiva, nel vero senso della parola: le opere nascono dalle parole di un racconto e sfidano la complessità individuale per diventare collettivo e condivisione.

LA DICHIARAZIONE DI PAOLA GALGANI (SEGRETARIA CGIL FIRENZE)

“Nella mostra ‘J.O.B.S.’ si narra il lavoro, fatto dalle persone: nelle storie ci sono vicende individuali che diventano rappresentazioni collettive, quando ci è stato proposto questo progetto non potevamo che appoggiarlo e sostenerlo, è un modo per raccontare il lavoro in una maniera diversa tramite un linguaggio artistico, perché nel lavoro delle persone ci sono tante cose e soprattutto un rapporto con le comunità locali”, ha detto Paola Galgani, segretaria generale della Cgil Firenze, stamani alla conferenza stampa del festival a Firenze.

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