L’assemblea Cgil Firenze a Scandicci con Landini

IL VIDEO DI COLLETTIVA CON LE PAROLE DI MARASCO E LANDINI

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Per i referendum su lavoro e cittadinanza “chiediamo che venga fatto un decreto come è stato fatto per le europee che permetta alle persone di votare dove sono”. Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, a margine della assemblea della Cgil fiorentina a Scandicci (Firenze).
“C’è un altro tema che si chiama italiani all’estero – ha aggiunto -, quindi bisogna mettere informare anche questi cittadini e metterle nelle condizioni di poter votare” Landini ha spiegato che “abbiamo chiesto un incontro anche all’amministratore delegato della Rai, abbiamo scritto anche alla presidente del comitato di garanzia, perché è necessario che la televisione pubblica faccia il suo ruolo. Noi paghiamo il canone perché tutti i cittadini siano messi nella condizione di conoscere e di sapere per andare a votare, perché il voto è un diritto; e in questo caso il voto può essere anche la rivolta nel senso del cambiamento delle leggi sbagliate fatte in questi anni, che hanno penalizzato solo le persone, perché se uno è precario non è libero, se uno non arriva alla fine del mese non è libero. Se muori sul lavoro non sei libero” Secondo il leader della Cgil “se raggiungiamo il quorum, il giorno dopo 2,5 milioni di cittadini che oggi non hanno la cittadinanza, ma che sono residenti, qui che pagano le tasse, hanno immediatamente questo riconoscimento. Quattro milioni di lavoratori a cui nel 2015 era stato tolta la tutela contro i licenziamenti ingiusti, ce l’avranno di nuovo.
Le persone che lavorano nelle imprese con meno di 15 dipendenti, altri 4 milioni di persone, avranno tutele che non hanno. La precarietà prenderà una botta perché la liberalizzazione dei contratti a termine viene tolta. E poi c’è il punto importante della salute e della sicurezza sul lavoro. Perché oggi la maggioranza, purtroppo di quelli che muoiono, si infortunano, lavorano in azienda in appalto, in subappalto e sono precari”

“Il costo dell’energia nel nostro Paese è il più alto che c’è in tutta Europa, e questo è un problema per le famiglie ed è un problema anche per le imprese”. Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, a margine di una iniziativa a Scandicci (Firenze).
“Chiediamo da tempo – ha aggiunto – che venga disaccoppiato il sistema con cui oggi si paga l’energia elettrica perché il prezzo lo fa il gas e invece disaccoppiare questo significherebbe che tutta l’energia elettrica che arriva da fonti rinnovabili ha un costo inferiore”. Inoltre, secondo Landini, “c’è un tema di fondo, le imprese che ci danno l’energia non hanno mai fatto tanti utili come in questi anni, e questi utili rimangono in tasca delle imprese: invece ci sarebbero le condizioni per utilizzare anche quegli utili per andare una riduzione dei prezzi dell’energia per le famiglie, per le imprese. Credo da questo punto di vista che non sia il momento di un intervento per qualche mese, perché noi siamo di fronte a un problema strutturale: il problema è di scelte sia politiche che energetiche che vanno in una direzione diversa da quello che ha fatto fino ad oggi il governo”.

I magistrati che hanno preso parte allo sciopero indetto per oggi dall’Anm “hanno il nostro totale sostegno, noi abbiamo anche partecipato ad alcune loro iniziative: noi siamo al loro fianco, le sosteniamo perché in realtà loro stanno difendendo la Costituzione del nostro paese”. Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, a margine di una iniziativa a Scandicci (Firenze). “In un paese la magistratura deve essere indipendente – ha proseguito – e tutti devono essere uguali davanti alla legge. Qui stanno tentando non di far funzionare meglio la giustizia, perché per far funzionare meglio la giustizia ci sono da fare delle assunzioni, devono da smetterla con la precarietà: la separazione delle carriere non c’entra nulla col funzionamento della giustizia, questo significa unicamente una logica della politica che vuole controllare anche i magistrati e la giustizia e noi siamo assolutamente in disaccordo”. (ANSA).

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