Metalmeccanica fiorentina in crisi, l’allarme della Fiom Cgil

Metalmeccanica fiorentina in crisi, l’allarme della Fiom Cgil: “Aumenta la Cassa integrazione. Grande preoccupazione per Atop, va mosso lo stallo su Targetti ed ex Gkn. Non vogliamo rassegnarci alla deindustrializzazione del nostro territorio. La Regione metta il lavoro al centro, il Governo cambi una Manovra ingiusta, ci stiamo mobilitando per modificarla perché servono politiche industriali vere”

Il comparto metalmeccanico fiorentino è in forte sofferenza: aumentano le ore di cassa integrazione e si aprono nuovi fronti di criticità in diversi settori.
«Assistiamo a una crescita preoccupante dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali – dichiara Stefano Angelini, segretario generale FIOM CGIL Firenze-Prato-Pistoia – e a una progressiva estensione delle difficoltà anche in comparti finora considerati solidi».
Oltre alla crisi della moda, che investe duramente il settore dell’accessorio metallico – dove la cassa integrazione copre ormai circa il 40% delle ore lavorabili – la crisi si sta propagando lungo la filiera fino ai brand.
Una situazione altrettanto critica riguarda Atop (gruppo IMA) di Barberino Valdelsa, che ha annunciato 120 esuberi su 240 addetti. «Atop – sottolinea Angelini – è un’azienda leader nella produzione di rotori per elettrodomestici e componentistica per l’auto elettrica, già interessata da un contratto di solidarietà. Il prossimo 6 novembre incontreremo l’azienda in Regione Toscana per respingere un’inaccettabile riduzione del 50% della forza lavoro, che si ripercuoterebbe su un intero territorio che non può permettersi una simile perdita».
Anche Targetti, dopo l’accordo quadro siglato a luglio, «non ha ancora attivato le azioni previste per il rilancio produttivo, a causa del ritardo del Ministero nell’approvazione della cassa integrazione straordinaria, pilastro su cui si fonda l’intero piano di rilancio».
Angelini ricorda inoltre che «a quattro anni dalla vertenza ex GKN, non esiste ancora una soluzione concreta: gli strumenti messi in campo dalla Regione Toscana l’estate scorsa, nati proprio da quella vertenza, sono utili anche per altre crisi industriali sul territorio, ma finora non hanno prodotto l’avvio effettivo del Consorzio Industriale, senza il quale nessuna reindustrializzazione è possibile».
In un contesto tanto complesso, il segretario FIOM CGIL ribadisce la necessità di un impegno istituzionale: «Credo sia assolutamente necessario – afferma Angelini – che la Regione Toscana metta al centro della nuova legislatura, in modo ancora più marcato, il tema del lavoro, perché nei prossimi mesi la sofferenza del mondo del lavoro è destinata ad acuirsi. Il Governo dovrebbe mettere in campo politiche industriali serie ma non lo fa: per questo come Cgil siamo in mobilitazione per cambiare una Legge di Stabilità ingiusta. Non vogliamo rassegnarci alla deindustrializzazione del nostro territorio».
Infine, Angelini ricorda come «ci siano volute 40 ore di sciopero soltanto per riaprire il tavolo di trattativa sul rinnovo del contratto nazionale dell’industria, scaduto da 18 mesi, indispensabile per difendere non solo il potere d’acquisto, ma la dignità stessa del lavoro».

Pulsante per tornare all'inizio