Firenze 2028 e lavoro, Galgani scrive al Corriere Fiorentino
Gentile direttore,
innanzitutto vorremmo anche noi rivolgerLe gli auguri per i 10 anni del Corriere Fiorentino. Un’esperienza importante che arricchisce il dibattito cittadino, in un periodo certo difficile per la stampa.
Abbiamo letto che il festeggiamento dei vostri 10 anni è stata l’occasione per una tavola rotonda dal titolo “Firenze 2028 – un’idea di città”. Iniziativa interessante per ragionare in prospettiva delle linee di sviluppo che questa città si vorrà dare. Ci permettiamo di evidenziare che tra i tanti punti di vista presenti ne mancava uno per noi centrale: quello del Lavoro. Sia ben chiaro, non è una polemica con il giornale, che ha sempre dimostrato attenzione alle tante vertenze del nostro territorio. La questione è più profonda e riguarda appunto il ruolo del Lavoro e della sua rappresentanza per la tenuta sociale di una comunità, attraversata comunque da disagio e sofferenza. La prospettiva che avanziamo si fonda sulla costruzione di uno sviluppo economico che punta sulla qualità e non sulla precarietà del lavoro e sul suo sfruttamento intensivo, togliendo dignità e prospettive per coloro che lavorano o che vorrebbero lavorare.
E’ il Lavoro di chi ogni giorno accoglie milioni di turisti nelle strutture ricettive. Un turismo che invade la città, che la “mangia” e la “beve”, che svuota il centro dai cittadini favorendo la rendita e competendo sullo sfruttamento del lavoro, spesso femminile: un lavoro instabile, spesso a giornata, poco pagato, senza tutele. Una situazione che non riguarda solo l’offerta di servizi a basso costo ma anche il turismo di “lusso”.
E’ il Lavoro di chi con le proprie mani a servizio della creatività di tanti talenti crea ogni giorno, spesso coniugando artigianalità e innovazione, quei prodotti di qualità e di bellezza che fanno di Firenze una delle capitali della moda e del lusso nel mondo. La qualità del lavoro, la trasparenza nelle filiere, l’investimento in formazione sono indispensabili.
E’ il Lavoro di chi con le proprie competenze contribuisce alla produzione di macchine e tecnologie avanzate che ci pongono ai primi posti nel mondo. Senza quella manifattura, fatta di innovazione e di tradizione, la competitività del territorio, il suo benessere sarebbero messi in discussione.
E’ il Lavoro di chi costruisce le infrastrutture per la mobilità delle merci e delle persone. Lavoratori, precari per condizione, a cui troppo spesso non vengono riconosciuti diritti fondamentali a partire dal salario. Abbiamo fatto molto con l’Amministrazione Comunale per la legalità e la trasparenza nei cantieri della Tramvia, ma dobbiamo definire regole e modalità per le gare di appalto che impediscano di competere sull’abbassamento dei costi del lavoro e della sua sicurezza.
E’ il Lavoro di chi ogni giorno, da dipendente della Pubblica Amministrazione oppure di aziende in appalto, permette ai cittadini e ai turisti di fruire del Patrimonio artistico e architettonico di questo territorio. La cultura passa prima di tutto dalla Cultura del Lavoro, dalla valorizzazione delle competenze che tanti giovani possono mettere a disposizione perché con la cultura non solo ci si “mangia”, ci si crea anche sviluppo e occupazione.
Si potrebbe continuare con altri esempi della condizione del Lavoro in questo territorio.
La nostra idea di Città non può prescindere da uno sviluppo che produca occupazione di qualità, tutelata e in grado di esprimere le proprie competenze e capacità
Siamo convinti che la stabilità e la sicurezza di chi lavora siano fortemente connessi al tessuto cittadino e alla sua trasformazione. A partire dal bisogno di risolvere il disagio abitativo attraverso una Agenzia sociale per la Casa e dalla definizione di un servizio pubblico educativo all’altezza e con tariffe accessibili anche per gli asili nido. Senza dimenticare che il miglioramento delle condizioni di vita, prima di tutto per chi lavora, passano da una politica per la mobilità che integri il trasporto pubblico, ciclabilità, e nodi intermodali per agggredire e risolvere il problema traffico.
Ciò detto il Lavoro è anche il collante della tenuta democratica del nostro Paese. Di fronte alla sempre più rapida diffusione di istinti xenofobi, di presenze fasciste, di una rabbia sociale che si rivolge troppo spesso verso il più debole o il diverso, il Lavoro e la sua rappresentanza svolgono un ruolo decisivo per sostenere un modello sociale fondato sull’integrazione, sui valori della libertà e dei diritti sociali per tutte e tutti.
Molto altro sarebbe da aggiungere o precisare, resta il fatto che ogni idea di città è destinata a naufragare senza il contributo concreto di coloro che ogni giorno questa città la fanno vivere e muovere: le lavoratrici e i lavoratori.
Firmato: Paola Galgani (segretaria generale CdLM Firenze)
Ringrazio Paola Galgani per gli auguri al Corriere Fiorentino, contenuti in una lettera che ci pone spunti e riflessioni del tutto condivisibili. La breve tavola rotonda che abbiamo organizzato in occasione della festa che si è svolta mercoledì scorso al Palazzo della Borsa aveva come titolo “Firenze 2028. Un’idea di città”: una riflessione sulle prospettive di uno sviluppo che non può che tenere al centro il valore del lavoro. Si è parlato di infrastrutture, di export, anche di come si possa rendere più “smart”, più “intelligente” questa città con la mobilità, i servizi, l’innovazione. Insieme con il governatore Rossi, poco prima, si era invece accennato al futuro dell’industria manifatturiera nella nostra regione, premessa del tema più strettamente occupazionale, verso cui siamo più che sensibili. Approfitto dell’occasione per ringraziare tutti quelli che hanno partecipato in qualsiasi forma al nostro decennale. Abbiamo ricevuto un incoraggiante segno di vicinanza col territorio. Ma lo consideriamo anche uno sprone a rendere questa testata sempre più aderente alle necessità e alle attese delle comunità alle quali, ogni giorno, ci rivolgiamo.
Firmato: Paolo Ermini (Direttore del Corriere Fiorentino)