Empoli e tavolo per lo sviluppo, la Nazione intervista Galgani

IL SEGRETARIO della Cgil di Firenze, Paola Galgani, che conosce molto bene la realtà dell’Empolese Valdelsa, visto che è di Certaldo e che anni fa ha guidato il sindacato di zona, risponde alle sollecitazioni avanzate su queste colonne dal presidente di Confindustria dell’Empolese Valdelsa, Michele Pezza. «Sui temi dello sviluppo abbiamo punti in comune con Confindustria. Anche noi siamo convinti che per l’area serve un ‘governo’ sovracomunale e una rivisitazione anche dei compiti e del modo di operare della Città Metropolitana. Oggi il territorio è molto importante, ma la misura non può essere certo il ‘campanile’, specialmente in zone complesse dal punto di vista socioeconomico come l’Empolese Valdelsa. I tentativi di attività comuni ci sono, ma non bastano perché quello a cui pensiamo, così come Confindustria, è l’asse strategico di una modalità di governo. E invece ci sono forti resistenze a cedere sovranità per migliorare le cose nell’interesse di cittadini e imprese». SULL’AGENZIA per lo sviluppo Galgani, un po’ diversamente da Pezza, preferirebbe che l’Agenzia producesse anche un lavoro di analisi economica e sociale, che non è stato fatto, oltre agli interventi sulla formazione. «Dobbiamo investire nell’ottica dell’innovazione guardando anche alle esigenze della manifattura per continuare a giocare un ruolo. Credo comunque che l’Asev possa in futuro occuparsi delle due necessità: si tratta di non buttar via una possibilità». Piena sintonia tra la massima dirigente della Cgil e il presidente di Confindustria sulle infrastrutture. «Servono dice Galgani quelle materiali, le strade e le ferrovie per spostare le persone. A questo riguardo sono intollerabili i tratti a binario unico della linea ferroviaria per Siena, che inoltre non è neppure elettrificata. Crediamo che nell’orizzonte infrastrutturale debba entrare anche la logistica, che è un elemento di competitività per le imprese. L’asse a cui guardare è quello che da Firenze punta al mare. Concordo con pezza anche sul ruolo e l’importanza delle infrastrutture immateriali. Dopo il gap provocato dalla nuova 429 che non è ancora completata, non vorrei che perdessimo anche la sfida dell’innovazione digitale, che serve pure, se adeguatamente governata, per il miglioramento delle condizioni di lavoro. Altrimenti rischiamo che al proverbiale danno si aggiunga la beffa». C’È POI la questione della sicurezza, «che resta un problema aperto e che va considerato insieme al concetto di legalità. Non si può pensare che ci sia sicurezza con il lavoro nero, la precarietà e le condizioni di certi appalti, sia pubblici che privati. A noi sta a cuore l’insieme della filiera produttiva, visto che sul territorio ci sono anche i (terzisti’. Pezza a questo proposito ricorda la concorrenza sleale, e io aggiungo che non si può accettare che “la moneta cattiva scacci quella buona”. Siamo pronti a metterci a un tavolo, anche con Cisl e Uil, con la Confindustria per misurarci sulle sfide e portare un contributo a istituzioni e politica, che ne ha bisogno».

(intervista di Bruno Berti su La Nazione di Empoli-Pontedera di oggi)

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