General Electric, i sindacati: niente tagli ed esuberi in Italia
Ad oggi non sono previsti tagli strutturali a Bhge in Italia: è quanto confermato oggi dall’assemblea dei delegati sindacali di tutto il gruppo General Electric e delle sue controllate in Italia, tenutasi oggi a Firenze. “Iniziare a fare una discussione del genere – ha detto Alessandro Beccastrini, segretario generale Fim-Cisl Firenze – è fondamentale per tutelare i lavoratori: inoltre dovremmo anche pensare il più alla svelta possibile a fare la stessa cosa per quanto riguarda tutta la partita dell’indotto, che in Toscana è pesantissima per centinaia di lavoratori”. “Ad oggi non ci sono dichiarazioni di esuberi – ha affermato Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil di Firenze – è stato più volte smentito. Noi siamo vigili naturalmente, è ovvio c’è una riorganizzazione complessiva di Ge che riguarda naturalmente l’intera corporation, di cui è Bhge è un pezzetto che però vive di vita propria”. Ge possiede il 62,5% di Bhge, nata l’anno scorso dalla fusione tra la divisione Oil&Gas di Ge (che comprende anche Nuovo Pignone, ora polo di riferimento del business delle turbine) e l’americana Baker Hughes. (ANSA).
Ge: assemblea nazionale sindacati, rischio per 70 lavoratori
I tagli di General Electric (12mila posti di lavoro a rischio nel mondo, 5.500 in Europa) potrebbero costare 70 posti a Sesto San Giovanni (Milano), che già ha subito la chiusura del sito ex-Alstom Power. E’ quanto emerso oggi dall’assemblea dei delegati sindacali del gruppo Ge e controllate in Italia, tenutasi oggi a Firenze, a cui hanno partecipato anche delegati delle aziende dell’indotto. L’iniziativa precede l’appuntamento del 7 maggio a Toronto, un’assemblea della rete mondiale dei sindacati del gruppo Ge. Secondo Nicola Alberta (Fim-Cisl) “potrebbero esserci dei riflessi sulle scelte industriali del gruppo riguardo alle varie divisioni presenti in Italia, quindi noi cerchiamo di muoverci in anticipo preventivamente e cerchiamo di rivendicare anche con l’iniziativa di oggi, anche collegandoci col sindacato europeo e mondiale, un dialogo sociale più forte e decisivo per affrontare i problemi”. Il piano di Ge, per Gianni Venturi (Fiom-Cgil), “guarda fondamentalmente agli interessi degli azionisti e ha un respiro molto corto”, mentre serve “un piano industriale di lungo periodo che sia in grado di dare certezze ai lavoratori delle aziende italiane, e ovviamente anche di quelle che sono maggiormente colpite oggi, in particolare in Francia e in Gran Bretagna”.(ANSA)
GE, a Firenze la Giornata d’Azione europea in difesa dell’occupazione
A due anni dall’acquisizione di Alstom Power da parte dell’americana General Electric e a seguito di una serie di tagli che dagli iniziali 6500 sono arrivati a 12mila posti di lavoro messi in crisi nelle imprese energetiche di Ge in tutta Europa, IndustriAll Europe ha promosso per il prossimo 25 aprile una Giornata d’Azione europea in difesa dell’occupazione nel Gruppo General Electric. All’iniziativa hanno dato la loro adesione i sindacati che rappresentano i lavoratori di GE in Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna, Svizzera e Regno Unito. In Italia, poiché la data prescelta coincide con la Festa della Liberazione, le federazioni dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm hanno concordato con industriAll Europe lo slittamento dell’iniziativa al 3 maggio, realizzando a Firenze – presso la sede BHGE Nuovo Pignone – l’Assemblea nazionale dei delegati del Gruppo General Electric aperta alla stampa.
Quattro le richieste che i sindacati europei formulano ai vertici della multinazionale Usa:
# 1 Sospendere il piano di ristrutturazione, interrompere i tagli di posti di lavoro e la chiusura degli impianti;
# 2 Adottare una strategia alternativa orientata alla crescita industriale a lungo termine basata su investimenti di alto livello, innovazione, creazione di occupazione e posti di lavoro di qualità;
# 3 Fornire piena trasparenza e informazioni regolari sulla strategia GE attraverso uno stretto dialogo tra sindacati e rappresentanti dei lavoratori, da un lato, e gli effettivi responsabili decisionali di GE, dall’altro, per anticipare e gestire la transizione all’interno di GE in modo socialmente responsabile;
# 4 Impegnarsi a mantenere le capacità produttive di GE in Europa per sostenere la politica energetica dell’Ue.
GE, dicono i sindacati, non sta scegliendo di eliminare la sua base industriale e le capacità di innovazione in Europa, mettendo a rischio migliaia di lavoratori e le loro famiglie, come opzione di ultima istanza per garantirsi la sopravvivenza. Il gruppo non è in pericolo. Nel 2017, i risultati finanziari delle attività energetiche di GE sono stati positivi con un profitto di 3,7 miliardi di dollari”, spiega Lefebvre. “Ciò a cui ci troviamo di fronte, aggiungono, non è altro che una mossa brutale, drastica e di breve periodo, volta a generare denaro immediato per recuperare la fiducia degli azionisti, persa dopo il calo del prezzo delle azioni del 47% in un anno”. Una strategia di breve respiro che i sindacati europei sono decisi a contrastare anche con ulteriori iniziative di mobilitazione dei lavoratori nelle prossime settimane, coordinate sia a livello nazionale sia europeo sotto l’egida di IndustriAll Europe.