Tassa di soggiorno e case popolari, denuncia di Sunia Firenze

Il Sunia di Firenze si chiede se la tassa di soggiorno fiorentina “salverà” l’edilizia pubblica. Usare il surplus della tassa di soggiorno per finanziare le politiche di edilizia residenziale pubblica: una proposta del Sunia che non piace alla maggioranza di Palazzo Vecchio. Bocciato in consiglio comunale un ordine del giorno in tal senso

La sensazione che sia il turismo a dettare i cambiamenti della città è ormai diffusa: i fiorentini sono relegati ai margini della città, le abitazioni destinate alle famiglie vengono sottratte dal circuito virtuoso della residenzialità a favore della locazione breve per turisti. Un colpo pesante che provoca la sparizione delle case, destinate agli odiati/amati Airbnb: sono numeri da capogiro quelli delle locazioni turistiche, che lasciano senza casa i residenti; numeri spaventosi che girano anche in un mercato spesso illegale e assai redditizio, che ha convinto gli stessi proprietari a trasformare le proprie abitazioni in bed&breakfast e lasciare Firenze per altra destinazione. Ma come prendere il lato positivo (si fa per dire) di questo aspetto? Come riuscire a far pagare un tributo ai turisti che soffocano la nostra città, convogliandolo a favore del mercato sociale delle locazioni?
Da tempo Cgil e Sunia Toscana propongono di ‘veicolare’ una parte della tassa di soggiorno a favore della edilizia pubblica, un contributo alla riqualificazione del sistema della case popolari, comparto che necessita da sempre di finanziamenti. E visto che Firenze ha avuto entrate per più di 33 milioni euro per imposta di soggiorno per l’anno 2017 e il Comune prevede, visto il trend positivo, di arrivare per il 2018 a 39 milioni di euro: perché non usare il surplus di gettito dell’imposta per l’edilizia pubblica, per ristrutturare gli oltre 250 alloggi che sono attualmente sfitti in città?
Ottima proposta la nostra’ dice Laura Grandi segretaria del Sunia di Firenze ‘che però già sappiamo non piacere al consiglio comunale fiorentino’.
Infatti il 27 aprile, il gruppo del PD presente ha votato contro un ordine del giorno proposto dalla consigliera Stefania Collesei (Gruppo Art.1), che proponeva proprio il ricorso al surplus della
tassa di soggiorno per finanziare le politiche di edilizia residenziale pubblica. ‘Sappiamo che non è possibile usare “direttamente” il gettito dell’imposta di soggiorno per l’edilizia sociale’ aggiunge Laura Grandi’ ‘Ma è possibile fare un’operazione di travaso tra diverse poste di bilancio che arrivino allo stesso risultato. E andare a mettere le risorse su un capitolo molto importante come quello della Casa, che a causa della crisi economica, è diventato un punto nevralgico per le famiglie’.
Ma i Consiglieri comunali del PD non sono stati dello stesso avviso, votando contro la proposta della consigliera Stefania Collesei. Sarebbe importante capire il motivo di un voto contrario così compatto. ‘
Spero che sia stata disattenzione o incomprensione rispetto a quello che si andava a votare’ conclude Laura Grandi. ‘Ma non è mai troppo tardi. Chiedo infatti alla giunta e agli assessori competenti di considerare questa opportunità, che darebbe risorse e respiro ad un settore in difficoltà.’

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