Toscana Energia, i Comuni cedono le quote. Sindacati preoccupati

Entro fine mese via libera dai Comuni alla cessione al socio privato Italgas del controllo di Toscana Energia, che gestisce la distribuzione del gas. Un blitz di privatizzazione «carbonaro» e poco «trasparente», secondo il sindacato. «Un processo voluto da alcuni enti locali, ma che salva le prerogative dei Comuni e di cui i sindacati erano informati», ribatte Lorenzo Perra, assessore del Comune di Firenze, che manterrà la propria quota del 20,6% di Toscana Energia ma perderà il controllo inseme agli altri 90 Comuni soci (tra questi anche Pisa, Pistoia e Empoli). Toscana Energia è concessionario per 12 anni della rete di distribuzione del gas e ne è anche il proprietario pro tempore fino a scadenza della licenza (poi la proprietà torna all’Ater che raggruppa i Comuni). Di Toscana Energia finosa con quei Comuni che in passato hanno provato a vendere le loro quote», spiega Pena. Adesso, però, la legge Madia spinge i Comuni a vendere le piccole quote non strategiche nelle società partecipate e rende più difficile la difesa in sede giudiziaria contro chi vuole uscire. «Questo cambio di scenario normativo è un elemento che ci ha convinto a trattare», aggiunge Pena. Cancellato dallo Statuto il vincolo della natura pubblica di Toscana Energia, dunque. «Ma dentro, per i Comuni che rimangono, il mantenimento dei privilegi su governance e decisioni strategiche, dividendi, rapporti infragruppo, tutela del personale. Il controllo non passa ad un privato qualsiasi, ma una società partecipata dal pubblico, che è stata pioniere ed è leader. In più il Comune avrà un dividendo straordinario di 13,8 milioni che era stato accantonato per le gare di concessione e di cui si ora farà carico Italgas». La “privatizzazione” corre. Il cda di Toscana Energia ha già deliberato le modifiche statutarie e dei patti parasociali che ora passano al voto dei consigli comunali ed entro il 28 giugno dell’assemblea dei soci. Pronti ad uscire Massarosa, Camaiore e altri, mentre Publiservizi di Pistoia e Empoli ridurrà la quota. A Italgas basta così. Il sindacato non ci sta. «Il controllo pubblico di decisione e indirizzo resta necessario, garantisce l’interesse dei cittadini e dei territori, un servizio sicuro e di qualità», scrivono Cgil, Cisl e Uil, che, inoltre, hanno proclamato lo stato di agitazione contro una riorganizzazione «imposta dal partner industriale non idonea a migliorare il servizio».

(Fonte: Repubblica Firenze di oggi)

Toscana Energia: sindacati categoria Cgil, Cisl e Uil contro sindaco Massarosa Franco Mungai e assessore Firenze Lorenzo Perra

Non vi è stata alcuna informazione ai lavoratori e alla cittadinanza in merito alla discussione che i comuni e il partner industriale stavano portando avanti sulla privatizzazione.
Le uniche argomentazioni fino ad oggi apparse riguardano ‘il bilancio comunale da sistemare’ o ‘dividendi straordinari’ (naturalmente una tantum), in poche parole ‘fare cassa’.
Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil regionali rispondono alle dichiarazioni, apparse sulla stampa, del Sindaco di Massarosa Franco Mungai e dell’Assessore del Comune di Firenze Lorenzo Perra, per ribadire come sul tema della privatizzazione di Toscana Energia resti qualcosa di poco chiaro e da approfondire.
“Non vi è stata” ribadiscono i sindacati “alcuna informazione ai lavoratori e alla cittadinanza in merito alla discussione che i comuni e il partner industriale stavano portando avanti sulla privatizzazione. A riprova di questo, per quanto ci riguarda, giace da mesi nel cassetto del Presidente di Toscana Energia Lovadina (nominato in rappresentanza delle amministrazioni locali) una richiesta di incontro avanzata da Filctem Femca Uiltec proprio per chiedere, appunto, informazioni in merito alle prospettive societarie.”
“Ma su questa importantissima questione oltre al metodo (già di per sé commendabile) è il merito che ci preoccupa maggiormente. Sono infatti le motivazioni addotte nelle posizioni sopra richiamate che non convincono: qualche anno fa le amministrazioni avrebbero potuto dire “ce lo chiede l’Europa” (frase spesso utilizzata per sfuggire alla responsabilità politica di alcune scelte); oggi, più mestamente, si sostiene “ci spinge la riforma Madia” cosa peraltro in contraddizione con lo Statuto e i Patti parasociali di Toscana Energia, che difatti vengono cambiati.”
“Sembra inoltre strano che comuni come Firenze, Pisa, Pistoia, Empoli, Cascina (per elencare solo quelli con le maggiori partecipazioni dirette o indirette) che detengono oltre il 70% del capitale pubblico in Toscana Energia, siano “obbligati” da comuni possessori di circa il 2% delle quote pubbliche ad una scelta che rischia di avere ripercussioni su una parte rilevante del territorio della Toscana.”
“Dunque, quello che è mancato e che ancora manca” sottolinea il sindacato “è una discussione pubblica sulle prospettive e sulle strategie relative ad un tema così importante.”
“Dispiace” continuano Filctem Femca Uiltec regionali “che (su un tema importante come quello della gestione dei servizi pubblici locali) in altre realtà del paese le amministrazioni locali (anche di diverso colore politico) facciano sistema individuando modelli di sviluppo radicati sul territorio mentre da noi le uniche argomentazioni fino ad oggi apparse riguardino ‘il bilancio comunale da sistemare’ o ‘dividendi straordinari’ (naturalmente una tantum): in poche parole ‘fare cassa’ ”.
“Abbiamo già visto nel passato più o meno recente” concludono Filctem Femca Uiltec “i rischi legati alla perdita di centralità del territorio nella gestione dei servizi pubblici locali (ma non solo quelli) in tema di occupazione, organizzazione del lavoro, attività presidiate, lavoro per le ditte locali, quello che in genere si definisce ‘presenza, presidio e radicamento territoriale’ e che genera ricchezza e sviluppo locale. Proprio per evitare simili problemi riteniamo indispensabile discutere e approfondire il tema, ognuno con le proprie posizioni e le proprie responsabilità, ma in modo aperto e trasparente.”

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