Turismo a Firenze, l’allarme Cgil e Filcams: “Abusi sui diritti dei lavoratori”
Subappalti, esternalizzazioni, contratti pirata, addette alle pulizie a cottimo, lavoro nero: turismo, a Firenze 2mila persone l’anno si rivolgono alla Cgil, 250 vertenze negli ultimi sette mesi. Il sindacato chiede un tavolo a Comune e parti datoriali: “Camerieri e baristi pagati 3 euro l’ora, c’è decadenza di diritti anche negli hotel di lusso: ora basta con gli abusi. No al ritorno dei voucher. Per il turismo serve un nuovo modello di sviluppo”
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Turismo, sono oltre 2mila l’anno i lavoratori nel settore che si rivolgono alla Cgil fiorentina per avere assistenza su problematiche inerenti il rapporto di lavoro. Dal primo gennaio al 31 luglio di quest’anno solo l’Ufficio Vertenze della Cgil di Firenze ha aperto oltre 300 posizioni, e circa 250 di queste sono diventate vere e proprie vertenze. Questioni di subappalti, esternalizzazioni, contratti pirata, cottimo e lavoro nero. Nel dettaglio, per gran parte si tratta di una vertenzialità che riguarda i cambi di appalto irrituali o morosi, mentre circa il 15% riguarda i lavoratori della ristorazione. In queste vertenze aperte dalla Cgil fiorentina, si rilevano: la pratica dei subappalti che spesso portano a non pagare Tfr, tredicesime maturate, ferie non godute; il dumping contrattuale con cui i lavoratori sono pagati meno di quello che gli spetterebbe; il meccanismo del pagamento a cottimo di fatto; il lavoro nero e il mancato pagamento degli straordinari e del Tfr; l’abuso del part-time e dei contratti a chiamata.
I settori della ristorazione e della ricezione turistica a Firenze occupano circa 35mila fra lavoratrici e lavoratori. Di questi circa 12mila sono con contratto a tempo determinato o stagionali. A questi vanno aggiunti migliaia di altri lavoratori che ruotano direttamente o indirettamente intorno al turismo: addetti alle pulizie e al commercio, al noleggio e ai trasporti, alle attività ricreative e alle agenzie di viaggio. Chi è che si rivolge al sindacato? Addette alle pulizie pagate di fatto a cottimo, camerieri-baristi-facchini inquadrati col contratto multiservizi o delle cooperative sociali anziché del turismo, lavoratori usati al nero e in violazione della normativa sui tempi parziali o privati dei contributi previdenziali. Sì, perché se a Firenze il turismo come settore vola (circa 15 milioni annui di presenze turistiche tra Firenze e provincia, fatturati record), i lavoratori di bar, alberghi e ristoranti stanno peggio in troppi casi: le condizioni di lavoro sono drasticamente peggiorate, tra estrema precarietà e lavoro povero. Prova oggettiva di questa pioggia di denaro è rilevabile anche dall’attività ed il monitoraggio operato dall’osservatorio Prezzi al Consumo Comune di Firenze
BAR E RISTORANTI
In bar e ristoranti, i profili di vertenza più comuni, soprattutto nei rapporti stagionali, riguardano accordi sulla paga netta e non sul lordo. Questo comporta l’inserimento nello stipendio delle detrazioni e delle mensilità indirette e differite (come tredicesima e Tfr). A conti fatti, per i camerieri e i baristi, è frequente vedere paghe orarie nette di fatto ben inferiori ai 5 euro, a volte anche inferiori ai tre euro. Sempre nella ristorazione e nei pubblici esercizi, legati a doppio filo all’industria turistica, si segnalano anche vertenze aperte contro la piaga del lavoro nero e le microviolazioni contrattuali (ad esempio il mancato pagamento degli straordinari e del Tfr, o comunque un calcolo delle maggiorazioni su una base inferiore), Spesso piccole mancanze, ma che messe insieme permettono lauti risparmi e la certezza dell’impunità.
ALBERGHI: SUBAPPALTI, DUMPING E “COTTIMO”
Nelle strutture ricettive le vertenze più comuni riguardano il sistema dei subappalti. Questo prevede la costituzione di consorzi (principalmente per pulizia camere) che, dopo aver vinto, provvedono a redistribuire il lavoro alle varie aziende consorziate stesse. Con questo sistema molto spesso a seguito del cambio di appalto all’interno dello stesso consorzio non si procede regolarmente alla liquidazione delle spettanze di fine rapporto (Tfr, tredicesima maturate, ferie non godute, etccetera) e le maestranze – quasi immancabilmente straniere – faticano ad accorgersi del cambio di appalto e nemmeno si rendono conto di aver perso diritti e salario.
Ma nel settore le vertenze seguite dalla Cgil fiorentina sono anche di altro tipo. Il principale riguarda il mancato rispetto del corretto contratto nazionale di lavoro e il relativo dumping contrattuale per quanto riguarda il trattamento economico. La contrattualistica applicabile al turismo (sia il Contratto nazionale Federalberghi che quello Federturismo) e la recente Legge regionale prevedono infatti che chi lavora in appalto in questo settore fornisca un trattamento economico e normativo non inferiore a quello goduto dai dipendenti diretti. Invece troppo spesso ci si trova di fronte all’applicazione dei contratti nazionali più disparati quali il Contratto nazionale del multiservizi, quello cooperative sociali o peggio accordi che derogano dagli stessi contratti nazionali in virtù di un malintenso senso del secreto sacconi (art 8 dlgs 148/2011), magari proprio in alberghi essi stessi aderenti alle medesime parti datoriali che hanno il contratto nazionale così violato. Proprio su questo la Cgil fiorentina ha in corso centinaia di vertenze aperte per il riconoscimento dei diritti retributivi oltre che contributivi violati. Si contesta spesso anche l’utilizzo di contratti derogatori, che permettono di dare uno strumento tecnico al pagamento a cottimo, vietato dalla legge. Il meccanismo funziona così: l’azienda, spesso una cooperativa, stabilisce un certo periodo massimo per pulire una camera, diciamo venti minuti quindi un’ora di lavoro sono tre stanze. Tale limite non è assolutamente sostenibile perché generalmente per pulire correttamente una camera occorre molto di più, quindi per evitare contestazioni disciplinari il lavoratore per pulire le tre stanze impiega molto più di un’ora, ma per il tempo aggiuntivo evidentemente non c’è né retribuzione, né contribuzione. Alla fine anche l’addetta alle pulizia in questo sistema prende anche tre euro a stanza ripulita.
LE PAROLE DELLA CGIL
“Esprimiamo preoccupazione per il quadro complessivo che esce nei settori legati al turismo. Sì alla battaglia proposta nei giorni scorsi da Confindustria per la regolarizzazione degli Air Bnb a Firenze dove il rischio di lavoro nero è altissimo: siamo pronti ad affiancare chi si è proposto di ingaggiarla. Vorremmo tuttavia ricordare sommessamente a questi proponenti che è giunta l’ora anche di regolarizzare quel che avviene nel settore alberghiero a Firenze. Dal nostro punto di vista, infatti, non è più tollerabile ciò che sta avvenendo in tema di decadenza dei diritti del lavoro non solo sugli Air Bnb ma anche in alcuni dei più conosciuti hotel a 4 o 5 stelle”, dice Maurizio Magi di Filcams Cgil Firenze.
“Ai lavoratori devono essere riconosciuti i propri diritti e la possibilità di svolgere il proprio lavoro senza minacce e pressioni. Le aziende sane e corrette hanno il diritto di non subire concorrenza sleale di chi non rispetta i lavoratori e le regole. Siamo convinti che un turismo massificato senza alcun indirizzo, se non quello dell’interesse economico privato, svolga un ruolo nelle condizioni di lavoro. In questo quadro, la reintroduzione dei voucher avrebbe l’unico effetto, ancor più in un contesto come quello fiorentino, di precarizzare il lavoro e far perdere ulteriori tutele e diritti. Ed è per questo che non può essere la strada giusta per intervenire nel settore. Invitiamo il nuovo assessore al turismo ad aprire urgentemente un confronto con le parti sociali per ricondurre a regole certe e a tutele corrette l’intera filiera turistica e per affrontare il tema, ormai non più rimandabile, di un diverso modello di sviluppo per il turismo”, aggiunge Gianluca Lacoppola della segreteria Cgil Firenze.
“Chiediamo che le istituzioni cittadine e le associazioni datoriali si rendano disponibili non solo ad arginare i fenomeni di precarizzazione – per non dire sfruttamento -, ma soprattutto ad individuare congiuntamente azioni che sviluppino un turismo di qualità e indirizzino l’occupazione verso forme stabili e adeguatamente retribuite. Migliore occupazione significa anche una redistribuzione più equa della ricchezza e del potere di acquisto che rimane sul territorio”, conclude Elena Aiazzi della segreteria Cgil Firenze.