“Generare-partorire-nascere”, il libro presentato alla Festa Fiom Firenze
Nell’ambito della Festa della Fiom Cgil Firenze (29 agosto-2 settembre, circolo Torrino-Rondinella) è stato presentato il libro “Generare, partorire, nascere. Una storia dall’antichità alla provetta” di Nadia Maria Filippini, socia fondatrice della Società Italiana delle Storiche e studiosa della storia delle donne e in particolare del tema della maternità.
Il saggio è frutto di 30 anni di ricerche e con un linguaggio semplice e piacevole ricostruisce la storia del parto e della nascita dall’antica Grecia ai giorni nostri, analizzando gli snodi temporali e i cambiamenti più significativi.
La prima parte del volume rielabora il tema del parto riconducendolo alla dicotomia tra corpo e mente (partorire con il corpo/partorire con la mente) e tracciando le basi di uno dei più classici stereotipi di genere: uomo guerriero e seminatore, donna madre e terreno da seminare.
Anche la descrizione della nascita della dea guerriera Atena dalla testa di Zeus si inserisce in questo quadro: in una sorta di competizione con la donna, la capacità di un dio maschile di generare da solo rappresenta la volontà di sminuire il ruolo della figura femminile, ritenuta essenzialmente inferiore (all’uomo) sia fisicamente che intellettualmente. La figura di Zeus è contrapposta a quella di Era che, in rivalità con il dio, cerca anche lei di generare da sola. Ma la maternità priva della legittimazione maschile non può che dare esiti mostruosi: Era partorisce Efesto, un essere così brutto da essere rifiutato dalla stessa madre.
In un percorso storico assolutamente non omogeneo, la descrizione della maternità è indagata nei suoi molteplici aspetti e in rapporto alle influenze religiose, sociali e civili che subisce: dalle donne accusate di stregoneria, molte delle quali levatrici e mandate al rogo tra ‘400 e ‘600, si passa al drastico cambiamento culturale del ‘700 quando, con l’avvento dello Stato-nazione, la nascita diventa un interesse politico nazionale e lo sviluppo demografico alla base della potenza di una Nazione. Il tema verrà poi ripreso e ampliato in epoca fascista quando sarà riproposto il binomio madre/guerriero e la figura femminile considerata solo in quanto “fattrice di guerrieri”.
Ma il saggio, in parallelo, ripercorre anche la medicalizzazione del parto, la contrapposizione levatrice/medico-ostetrico, l’introduzione del cesareo e le discussioni sul “salvare la madre o il bambino”; traccia le diverse posizioni sull’aborto (da pratica accettata a delitto contro la patria), ricorda il pensiero femminista che ha interrotto l’isolamento delle singole donne e dato loro voce in termini collettivi trasformando “il personale” in “politico” e affermando l’autodeterminazione nella gestione del proprio corpo fino a descrivere lo sviluppo di tecnologie riproduttive più moderne (come la fecondazione assistita) che ha messo in atto contraddizioni e cambiamenti epocali sulla maternità, sui ruoli e la famiglia.
In conclusione il saggio rappresenta un’analisi e riflessione fondamentale per conoscere la complessa realtà del passato e diventare di conseguenza consapevoli di un presente complicato e complesso, in cui sono necessarie ancora azioni e iniziative e dove è indispensabile vigilare costantemente sulle conquiste già maturate. Un esempio su tutti la legge sull’aborto (L.194) che quest’anno ha compiuto 40 anni e che ancora una volta si trova sotto attacco.
Cristina Arba – Coordinamento Donne Cgil Firenze