Migranti sfruttati nelle fabbriche cinesi: la denuncia Filctem Cgil Firenze

RICHIEDENTI ASILO, stranieri, alcuni regolari altri no. Soprattutto senegalesi ma anche marocchini e tunisini che vengono pagati meno di tre euro l’ora per lavorare dietro i telai e nelle serre della filiera dell’illegalità. «Uomini sfruttati e umiliati dai cinesi», denuncia la Filctem Cgil Firenze. Un fenomeno che ha preso piede da alcuni anni ma che nel 2018 sta raggiungendo dimensioni impressionanti. Otto persone in otto mesi si sono rivolte agli sportelli del sindacato per chiedere aiuto. «Purtroppo abbiamo buone ragioni di credere spiega Alessandro Picchioni, segretario Filctem che sia solo un piccolissimo numero di una piaga che ha dimensioni molto più grandi e che coinvolge centinaia di persone. I proprietari delle pelletterie sfruttano le debolezze degli immigrati».
SI TRATTA di aziende di piccole e grandi dimensioni a capitale cinese che danno lavoro dai sette ai 250 operai. Gli stranieri, soprattutto senegalesi, vengono impiegati nella produzione: tagliano, cuciono, rifiniscono e consegnano il prodotto finito nelle mani dei cosiddetti ‘caporali’. «Sono impiegati soprattutto nel settore degli accessori, in particolare borse prosegue Picchioni -. Si tratta di aziende prive di marchio proprio che lavorano sia nell’alta moda che nei pronto moda». I trucchi utilizzati sono diversi: i proprietari fanno firmare contratti da 20 ore che poi diventano 80 o liquidano i lavoratori a nero per parecchie ore sottopagandoli e assicurandoli per un numero di ore enormemente inferiore a quelle effettive. «Siamo in contatto con gli ispettori della Direzione territoriale del lavoro che sta monitorando il fenomeno prosegue Picchioni -, insieme all’associazione Senegal cerchiamo di parlare con questi ragazzi e di convincerli a denunciare». Per esempio, grazie all’Associazione dei senegalesi, un ventiduenne ha trovato il coraggio di rompere il muro del silenzio ed è riuscito a raccontare tutto. Oggi ha un lavoro tutto suo e regolare.
«LAVORAVO sette giorni su sette e dalle 7 del mattino alle 19 – ha raccontato -, i miei proprietari erano cinesi. L’azienda era all’Osmannoro. Guadagnavo poco più di tre euro l’ora, è stato terribile». Il ventiduenne è stato aiutato da Mamadou Sall, uno dei portavoce dell’associazione e dalla Filctem. «L’aiuto della Cgil è fondamentale dice Mamadou -, a poco a poco stanno emergendo delle situazioni raccapriccianti: questo ragazzo ci ha raccontato che i titolari cinesi avevano telecamere puntate tutto il giorno su di loro per controllare ogni minimo spostamento. Si opponevano all’esigenza di tanti di andare a scuola e imparare la lingua. Cercavano di tenerli nell’ignoranza, in modo da poterli sfruttare meglio. Purtroppo non tutti trovano la forza di alzare la testa. Tanti stranieri sono facilmente ricattabili perché spesso i documenti sono legati al posto di lavoro. La strada è lunga ma per la prima volta questo anno 8 ragazzi hanno denunciato».

(fonte: La Nazione Firenze, articolo a firma di Rossella Conte)

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