Decurtazione di salario illegittima, Tribunale dà ragione a un lavoratore e alla Filt

Stati di crisi deliberati da assemblee mai fatte con conseguenti illegittime decurtazioni di retribuzione ai soci lavoratori, non sono, a livello nazionale, toscano e fiorentino, casi isolati. C’è un mondo di cooperative, cosiddette spurie, dove comportamento simili, se non pratica abituale, di certo non sono una novità. Se ne è parlato stamattina a Firenze nel corso di una conferenza stampa, presente Leandro Innocenti della Filt Cgil FI PO PT e l’avvocato Sergio Lalli.
Di qualche giorno fa una sentenza – Tribunale di Firenze in composizione monocratica in funzione di giudice del lavoro – che ha dato ragione ad un socio lavoratore che, tramite la Cgil, aveva adito il giudice del lavoro, patrocinante l’Avv. Sergio Lalli, per riavere quanto gli era stato indebitamente tolto. E il giudice con sentenza del 24 gennaio scorso ha dato ragione al lavoratore. Una sentenza importante che, sulla scia di una recente sentenza della Cassazione (Cass 19096/2018), ha sancito che gli stati di crisi devono essere deliberati sulla base di ‘un piano di crisi aziendale’ che deve contenere elementi adeguati e sufficienti tali da esplicitare l’effettività dello stato di crisi aziendale, una sua data di inizio e di fine. Ha anche detto che gli stati di crisi vanno deliberati da assemblee regolarmente convocate e fatte, nel caso in specie questo non era avvenuto.
E fu così che la Coop Corel* è stata condannata a pagare a Brustureano Sorin Gheorghe la somma di 17.554,03 euro.
E’ una prima sentenza, altre se ne attendono, ci sono, infatti, 8 posizioni aperte con 5 giudici diversi. Le tante, troppe, situazioni di illegittimità sul piano contrattuale e non solo che sempre più lavoratori portano nelle sedi Cgil hanno indotto la Filt Cgil FI PO PT a presentare un esposto alla procura della Repubblica di Prato con 9 testimonianze che si presumi rilevino profili penali otre quelli civilistici.

Pulsante per tornare all'inizio