“Il coraggio di cambiare” di Felice Bifulco (il libro sarà presentato mercoledì 20 febbraio dalle ore 16 alle 19 al Palazzo Pretorio di Barberino del Mugello in via Cavour 36. Interverranno, oltre all’autore, Riccardo Nencini di Legacoop Toscana, Leonardo Bottai di AgriAmbiente Mugello, Mauro Lusetti di Legacoop nazionale)

Il libro ricostruisce la storia degli uomini e delle donne che hanno lavorato la terra di un piccolo territorio per secoli organizzato in poderi mezzadrili. Poi a partire dal 1600 l’avvento della fattoria rappresentò per l’economia della zona un vero e proprio salto qualitativo. Il sistema di gestione diventa rispetto al passato, più moderno perché le fattorie garantiscono l’autosufficienza, i poderi entrano in relazione fra di loro. Nascono anche nuove figure di agenti ( fattori) che gestiscono il lavoro dei mezzadri, rappresentando la proprietà . Negli anni ’30 del novecento arriva alla fattoria di Galliano un nuovo proprietario, Giovanni Martinelli, un industriale di Bergamo che attuò una serie di trasformazioni, costruì un impianto di irrigazione, una latteria, una porcilaia, 20 ettari di vigneti, uno stallone per la capacità di oltre 200 capi di bovini e una centralina per la produzione di energia elettrica. Nel 1948 l’altra fattoria Il Monte fu acquistata da un altro industriale di Prato, Giuseppe Benelli, un imprenditore innovativo. Nei primo anni sessanta aveva realizzato una stalla a stabulazione libera che poteva considerarsi un modello soprattutto per il patrimonio genetico presente, con animali importati dal Canada, e un toro che fu tra i primi in Italia ad essere usato nella fecondazione artificiale. Lo sforzo di questi imprenditori fu quello di trasformare il processo agricolo specializzando le colture, meccanizzando, irrigando, eccetera.
1953, Giuseppe Di Vittoria a Galliano
Nei primi anni ’50 a fronte di questi cambiamenti gestionali e di organizzazione anche il rapporto di lavoro si modifica. Il mezzadro diventa bracciante o salariato agricolo, infatti nel 1953 con il sostegno diretto di Giuseppe Di Vittorio, viene stipulato un accordo tra i mezzadri di Galliano e il proprietario che sancisce il superamento della mezzadria. Del superamento della mezzadria se ne parlerà ancora in Italia concludendo poco o niente fino agli anni ’80. Solo a Galliano nel 1953 i contadini con il sostegno del sindacato diventano braccianti, lavoratori dipendenti, titolari di diritti, il contadino diventa cittadino. Qualcosa di simile accade in un paese in provincia di Siena, nel comune di Castelnuovo Berardenga, dove nasce nel 1961 una piccola cooperativa agricola di viticoltori voluta dal proprietario terriero Ranuccio Bianchi Bandinelli che donò la tenuta ad un prezzo di favore, ai mezzadri che lavoravano quelle terre, diventando lui stesso il primo presidente della cooperativa. Si può cambiare il corso della storia? Ranuccio forse se lo era chiesto già nel 1938 quando aveva fatto da guida a Hitler in occasione della sua visita a Firenze e aveva meditato per qualche istante, di uccidere Mussolini e l’alleato tedesco. Nel 1961 nel pieno delle lotte per la riforma agraria trovò il coraggio di cambiare il corso della storia almeno per i suoi mezzadri.

La conquista della terra
La ricerca di alternative, di soluzioni alla crisi dell’agricoltura porta alla nascita di cooperative fra mezzadri e braccianti, nella convinzione che questa sia l’unico modo per l’effettiva “conquista della terra” e il superamento definitivo del rapporto di mezzadria. Anche nel Mugello, come nel resto della Toscana, negli anni ’60 e ’70 nascono numerose cooperative agricole. Nell’anno 1968 fu costituita a Galliano, fra i lavoratori braccianti e salariati agricoli della azienda agraria di proprietà del Sig. Martinelli, una Cooperativa di conduzione per l’acquisto della medesima in gestione diretta. Nella seconda metà degli anni ’70 nascono anche cooperative agricole giovanili. Cooperativa Vie Nuove nasce nel 1975, Cooperativa Emilio Sereni si costituisce nel 1977, la Cooperativa La Ginestra nel 1978.

Finalmente l’acquisto delle Fattorie
Nel 1975 i braccianti della Cooperativa Agricola Il Monte acquistano l’Azienda Agricola di Galliano, di proprietà di Giuseppe Benelli. Dopo una lunga trattativa si firma il contratto di compravendita nel 1978 tra la Signora Maria Teresa Martinelli e la Cooperativa Agricola Mugellana. Nel 1985 avviene la fusione delle due Cooperative, la Mugellana e Il Monte. Insieme danno vita alla nuova Cooperativa Il Monte. Nel dicembre del 2002 la Cooperativa IL Monte insieme alla Cooperativa Operai Forestali, nata nel 1975 per volontà di 15 operai, dà vita ad Agri Ambiente Mugello.

Spremere quotidiani e settimanali…
Il libro ricostruisce la cronaca dei contrasti, delle vicende, delle attività. Della vita di una realtà piccola attraverso il materiale rinvenuto. La cronaca può apparire frammentaria, purtroppo per quanto riguarda gli anni ’60 – ’70 – ’80 gli archivi storici presentano, quando sono consultabili, delle vistose lacune. Il materiale consultato proviene in parte dal fondo della Cdl di Barberino di Mugello che non ancora è stato riordinato, in parte dal fondo privato di Rolando Mensi e da quotidiani e periodici dell’epoca. “ Se la storia è fatta, non da astrazioni ( “il socialismo”, “la monarchia”, “il clericalismo”, “l’Italia”, ecc.), ma da uomini in carne e ossa che camminano per le strade sulle loro gambe (socialisti, monarchici oppure coi loro consiglieri, clericali, italiani, ecc.), la storiografia generale deve essere fondata sul maggior numero possibile di monografie locali. Solo quando si possano sommare insiemi parecchi studi di storia locale recente si potrà arrivare a vedute d’insieme, che poggino su terreno sicuro. Il guaio per gli studi di storia locale recente è che occorre rintracciare e spremere quotidiani e settimanali, opuscoli e fogli volanti che vissero la vita di un giorno, incarti di polizia (quando sono consultabili), archivi comunali, carteggi privati, ricordi ottenuti dalla viva voce di autori e testimoni sopravvissuti agli eventi. Materiale faticoso a raccogliere e malagevole ad elaborare letterariamente. E soprattutto bisogna sfuggire alla tentazione di storico: contribuire alla storiografia generale. Questa è forse la difficoltà maggiore” . Gaetano Salvemini, Il Mondo,9 marzo 1954.

La comunità
La vita è fatta di relazione, si cresce, si cambia relazionando con gli altri e la prima relazione esterna a noi stessi è dentro alla comunità a cui apparteniamo e poi fuori dalla comunità con altre radici. Anche la cooperazione è una forma di comunità aperta . L’esperienza che si racconta nel libro si è materializzata dentro a una comunità e nel rapporto di questa con altre comunità (istituzionali e sociali), la Comunità Montana, il Comune, il Sindacato, le Associazioni. Esisteva un dialogo fra le parti, si conversava e alla fine si trovava la soluzione ai problemi e non solo, attraverso la partecipazione si concorreva anche a definire un progetto comune. La cooperativa che affonda le sue radici nelle due aziende , e prima ancora nelle due fattorie, è durata nel tempo proprio perché le persone si sono sentite parte di una comunità, e non hanno tradito le proprie radici. Dentro la parola radice c’è tutto. Ci sono le leggende, i racconti, la storia comune. Poi la morale, l’insieme delle regole condivise. E ancora la lingua, la parola. Oggi tutto è presente, un presente che non lascia traccia, segno, che divora, consuma e basta. E ci lascia senza il passato e senza il coraggio di guardare al futuro. Sono passati secoli e le due fattorie di Galliano ci sono ancora, hanno resistito, perché gli uomini che le hanno gestite hanno avuto Il coraggio di cambiare, di correre dei rischi.

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