In classe a fare lezione c’è Massoude, scampato alla morte

In classe a fare lezione sui migranti è un ragazzo scampato alla morte. Un’insegnante che ha aderito all’invito alla riflessione della Cgil racconta l’esperienza alle serali con uno studente arrivato dal mare.
Articolo che parla dell’iniziativa lanciata da Flc Cgil (pubblicato da Repubblica Firenze il 17-2-2019 e scritto da Valeria Strambi)

«Ma perché non si può uccidere la rabbia con l’amore?» Parole scritte in stampatello su un cartoncino verde, accompagnate da un cuore. Massoude ha 23 anni, viene dal Mali ed è arrivato in Italia a bordo di un gommone, senza acqua né cibo. Oggi frequenta il terzo anno dell’indirizzo turistico al Sassettí Peruzzi, a Firenze. È il corso serale, scelto soprattutto da giovani stranieri, quelli che davvero hanno voglia di andare a scuola fino a tardi per imparare la lingua e la cultura del paese che li ospita. «Sento male di assoluto (l’italiano non è correttissimo, ndr) nel vedere le persone che muoiono, vengono torturate, violentate, uccise. A volte la vita non sembra normale», prosegue Massoude, che ha trasformato quella che doveva essere una lezione alternativa proposta dalla professoressa, nel racconto della sua esperienza di fuga e sofferenza. «Non dimenticherò mai quest’ora trascorsa con la mia classe –  confida Teresa Tranchina, che insegna diritto -. Tutto è partito dall’iniziativa “Un’ora contro l’indifferenza” lanciata dalla Cgil di Firenze, in cui si invitavano i docenti delle scuole di ogni ordine e grado a dedicare un’ora della propria attività didattica alla questione dei migranti, alla discussione sulle politiche dei respingimenti e alla sensibilizzazione sui temi dell’inclusione e dell’intercultura. Ecco, io pensavo di fare una lezione-dibattito sui morti in mare e sul decreto Salvini, però, uno dei ragazzi, aveva molto più di me da insegnare». Massoude ha condiviso la sua vita con i compagni di classe (provenienti da Africa, Sudamerica, Filippine e Italia): ha detto loro di quando stava per morire su quella barca che l’avrebbe dovuto portare alla salvezza e che piano piano si stava sgonfiando fino ai soccorsi della guardia costiera. Ha parlato dei tre mesi trascorsi nelle carceri libiche, delle armi, delle botte e dei lavori forzati sotto il sole. «Ci ha lasciati tutti senza fiato – ribadisce la professoressa -. Piangevamo e allo stesso tempo ci siamo sentiti grati per essere stati resi partecipi di questo momento. Nessuno però riusciva a parlare e allora ho chiesto agli altri ragazzi di scrivere i propri pensieri su dei cartoncini colorati». Una carrellata di affetto e riflessioni: da Esperanza Caballero, che spera che «un giorno finiscano queste cose», a Lici, che si dice «arrabbiata, incapace di capire dove gli esseri umani siano arrivati». Quella del Sassetti Peruzzi non è l’unica pagina contro l’indifferenza andata in scena nelle scuole fiorentine. «Sono più di 100 le ore di lezione dedicate e 50 i docenti che hanno aderito alla nostra campagna – rivela Emanuele Rossi della Cgil Flc -. Si va dalle iniziative fatte nelle scuole dell’infanzia fino all’Accademia di Belle Arti. Segno che gli insegnanti sentono il bisogno di parlare con i ragazzi di questi argomenti e segno che i giovani vogliono sapere e sono pronti a costruire ponti, non muri». Così, nelle classi dell’istituto Peano, si è parlato di Hannah Arendt, con approfondimenti sulla banalità e attualità del male e sui meccanismi dell’indifferenza e dell’obbedienza. Alla primaria Montagnola i bambini hanno letteralmente costruito, con le loro sagome, un ponte che unisce tutte le aule. E ancora: c’è chi ha optato per letture dal libro di Liliana Segre, chi ha analizzato la poesia sull’immigrazione Home della giovane poetessa anglo-somala Warsan Shire e chi ha fatto ascoltare le canzoni di Manu Chao nelle lezioni di spagnolo. Poi il Canto degli ignavi nell’inferno di Dante, i testi dí Seneca, Camilleri, Virgilio, Voltaire, il concetto di “barbaro” tra Greci e Persiani, fino ad arrivare ai dati statistici sulle recenti migrazioni e alla lezione del professor Bravi dell’Università di Firenze sugli stereotipi e il razzismo nei confronti delle popolazioni Rom e Sinti. E ora, che ne sarà di tutto questo materiale? «Stiamo pensando di organizzare un evento pubblico in primavera in un teatro di Firenze proprio per dare voci ai lavori fatti dai ragazzi – annuncia Paola Pisano, segretaria provinciale della Cgil Flc  -. Una “Serata contro l’indifferenza” in cui i protagonisti saranno studenti, insegnanti, ma anche associazioni e altre personalità della scuola e della cultura. Un’opportunità per ribadire che non vogliamo voltarci dall’altra parte»

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