Lavoro e crescita, il Corriere Fiorentino intervista Paola Galgani

Paola Galgani (segretaria generale Cgil Firenze): «La crescita non basta se non migliorano le condizioni di lavoro» (intervista sul Corriere Fiorentino di oggi a firma di Mauro Bonciani)

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Non è sorpresa dal «record» di Firenze, ma invita a leggere dentro i dati. Per Paola Galgani, segretaria generale della Cgil per Firenze e Città Metropolitana, restano i problemi legati alla precarietà del lavoro.

Galgani, per voi i dati Istat non sorprendono.
«Esatto. C’è un trend importante negli ultimi anni che può continuare anche nel 2019 e il report conferma che Firenze ha dati positivi rispetto anche alla Toscana. Che è un territorio che ha retto meglio anche durante la lunga crisi».

Perché questa migliore competitività?
«Perché il tessuto economico di Firenze è forte di una multi settorialità: c’è la meccanica, i servizi, l’informatica, la moda che grazie all’export è “esplosa” ed ha trainato l’intera provincia. Inoltre ci sono stati importanti investimenti sia pubblici che privati. Di certo Firenze è più attrattiva rispetto ad altri territori, basta pensare alla differenza con la situazione della Costa toscana. Occorre però leggere dentro questi dati positivi».

Cosa non vi convince?
«Premesso che è importante che l’occupazione cresca questi sono solo dati quantitativi, a noi interessano anche quelli qualitativi. E ci sono tre aspetti da evidenziare. Primo, anche in Toscana è in crescita il lavoro a tempo determinato, +23.000 unità nel 2018, ed è in calo quello a tempo indeterminato; secondo il lavoro spesso è povero, cioè da un reddito troppo basso, con in particolare il part time obbligato che molte donne devono accettare e con redditi bassi nel turismo che invece è un generatore di ricchezza per la città. Terzo, c’è il problema degli appalti, con il cosidetto sblocca cantieri del governo che peggiora le condizioni di lavoro».

Dal vostro osservatorio, come è la situazione del lavoro giovanile?
«Anche qui la situazione è migliore che in altri territori toscani, ma è estesa la precarietà, unita ad una sacca di disoccupazione che non si riesce a scalfire dai ragazzi “Nit” che non cercano neppure lavoro. Servono interventi sulla formazione».

Che formazione servirebbe?
«A Firenze e nella Città Metropolitana, sia nella moda che nella meccanica, mancano alcune professionalità che sono cercate ma non si trovano. Occorre una formazione più mirata, anche per utilizzare meglio le risorse pubbliche. E per valorizzare al meglio il saper fare, l’alta artigianalità che è nel nostro Dna ed è un fattore decisivo per la competitività. Ci serve lavoro di qualità anche per questo».

I DATI DELL’UFFICIO STATISTICA DEL COMUNE DI FIRENZE

Per il 2018 il tasso di occupazione 15-64 anni del Comune di Firenze è stato del 71,9%, in crescita rispetto al 2017 quando era il 69,5%, per la prima volta superiore a quello del Comune di Milano (71,3%) e secondo solo a quello del Comune di Bologna (74,2%). Il tasso di disoccupazione 2018 si attesta al 5,7%, in significativa diminuzione rispetto all’anno precedente, quando era il 9,4%. Il dato è inferiore a quello di Milano (6,2%) e secondo solo a quello del Comune di Bologna (5,4%). Sono questi i principali numeri che emergono da uno studio dell’Ufficio statistica del Comune, su elaborazione di dati Istat. Nel dettaglio, nel 2018 il tasso di occupazione medio per quanto riguarda i grandi comuni in Italia era al 58,4% (nel 2017 era il 57,8%). Per il Comune di Firenze si tratta, per il terzo anno di fila, del tasso di occupazione più elevato registrato negli ultimi 15 anni. L’ammontare di residenti occupati passa da circa 171.000 nel 2017 a circa 175.000 nel 2018 (+4.000 occupati). Dal 2014 al 2018 gli occupati sono incrementati di circa 14.000 unità. L’ammontare di occupati è di circa 20.000 unità superiore al periodo pre-crisi (anni 2007-2008) in cui il numero di occupati era stimato di circa 150.000 unità. Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, la media dei tassi di disoccupazione dei grandi comuni italiani è pari a 13,8%, in diminuzione rispetto al 14,4% del 2017. A Firenze trail 2014 e il 2018 il tasso di disoccupazione di Firenze è in costante diminuzione: era il 9,5 nel 2015 e nel 2016, e il 9,4 nel 2017. Il dato del 2018 è al livello più basso dal 2010, quando era al 5,2% ed inferiore a quello fatto registrare nel 2008: 5,8%. I disoccupati fiorentini sono circa 11.000 residenti: 4.000 unità in meno rispetto al 2014 e 7.000 unità in meno rispetto al 2017.
Per il sindaco, questi dati confermano un trend positivo che si è consolidato nel corso degli anni, nonostante la tendenza opposta a livello nazionale: Firenze ha ormai imboccato la stradadella crescita, merito del dinamismo delle imprese del territorio e degli investimenti pubblici che hanno favorito l’occupazione. La città, sostiene, ha raggiunto un tasso di disoccupazione che è praticamente la metà di quello nazionale e si conferma come un polo di attrazione di investimenti e di creazione di occupazione e dove c’è buon governo i risultati concreti su economia e lavoro si vedono. Per questo, continua, è a maggior ragione indispensabile seguire con la massima attenzione le vicende più critiche che interessano il territorio come quelle di Cavalli e della Bekaert, e questi dati devono inoltre servirci a spingere l’acceleratore sui temi del lavoro e della formazione con un occhio particolare sulla disoccupazione giovanile. Obiettivo, per il sindaco, è andare avanti sullo sblocco dei cantieri, sull’aumento degli investimenti pubblici, sull’attrazione di capitali stranieri, sulla promozione di nuova impresa, su un maggiore collegamento tra formazione e mondo del lavoro.

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