Cambi appalti, sentenza pilota del Tribunale di Firenze favorevole alla Cgil

Importante sentenza del tribunale di Firenze: nel cambio appalto, se non tutti riassunti, l’azienda che li ha in forza deve aprire la procedura di mobilità con relativo preavviso alle organizzazioni sindacali. Si rafforza impegno Cgil per evitare che il fenomeno degli appalti scarichi tutti i costi sull’anello più debole della catena del lavoro

Il 26 aprile il Tribunale di Firenze ha emesso una importante sentenza in materia di cambio appalti.
L’Ufficio Vertenze della Camera del Lavoro Metropolitana aveva impugnato, con ricorso redatto dall’avvocato Gabriella Del Rosso, alcuni licenziamenti derivanti da un cambio appalto di portierato e pulizie presso le foresterie sociali del Comune di Firenze, che riduceva le ore di servizio complessive.
La sentenza riconosce che in mancanza di ricollocazione, alle stesse condizioni economiche, di tutti i dipendenti, la perdita del lavoro si configura come licenziamento collettivo.
Pertanto l’Azienda che li aveva in forza doveva aprire una procedura di mobilità. Poiché questo non è avvenuto, l’azienda è stata condannata a risarcire i lavoratori coinvolti.
Con questa sentenza si stabilisce il principio che quando vi è il rischio di perdere posti di lavoro, anche negli appalti si devono rispettare la regola generale e le norme di legge che obbligano a preavvisare le organizzazioni sindacali per evitare danni sociali e per salvaguardare le condizioni lavorative.
Si rafforza così l’impegno della CGIL a negoziare con le controparti pubbliche e private regole e clausole sociali che vincolino sia le stazioni appaltanti che le imprese in appalto al fine di evitare che il fenomeno degli appalti scarichi tutti i costi sull’anello più debole della catena del lavoro.

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