Accoglienza e Carta d’intenti: Cgil pronta a collaborare

Accoglienza, Cgil Toscana e Firenze: “Bene la Carta d’intenti promossa dalle associazioni, pronti a dare il nostro contributo per tutelare migranti e lavoratori delle strutture”

La Cgil Toscana e la Camera del Lavoro di Firenze valutano positivamente la Carta d’intenti promossa dalle associazioni attive sul tema dell’accoglienza, per un’accoglienza non governativa. Costruire reti di integrazione sociale economica e culturale è infatti una priorità per uscire dalla solitudine e dalla paura in cui sono costrette sempre più persone.
Le scelte del Governo in materia di immigrazione vanno nella direzione opposta, contrappongono le persone, criminalizzano le vittime, costruiscono finte sicurezze fondate sull’egoismo. La scelta di togliere risorse ai Cas è sbagliata e produrrà solo problemi: non ci sarà più la possibilità di integrare chi arriva nel nostro paese con il conseguente rischio di perdere posti di lavoro e competenze importanti. Il sistema Cas poteva essere superato investendo maggiormente sugli Sprar e invece anche gli Sprar vengono attaccati e depotenziati. Per quanto riguarda la nostra regione, chiediamo da tempo che si costruiscano forme di accoglienza diffusa alternative e non governative. Diamo una valutazione positiva del progetto della Carta d’Intenti e dell’impegno della Regione Toscana per sostenere economicamente progetti di integrazione e coesione sociali e crediamo che anche i comuni debbano e possano fare la loro parte per tenere in vita quell’accoglienza diffusa che tutti noi consideriamo una risorsa importante.
Come Cgil daremo quindi il nostro contributo e le nostre competenze, fermo restando che la tutela dell’occupazione di chi attualmente lavora nei Cas e negli Sprar deve essere una priorità non solo nostra ma di tutti gli Enti gestori e delle amministrazioni. Il governo cerca di contrapporre ultimi e penultimi, ma da questa crisi senza fine usciremo solo quando ci saranno più diritti per tutti. La priorità è quella di creare lavoro stabile, tutelato e giustamente retribuito, affrontando il tema dell’illegalità diffusa e del lavoro nero.
Salvare persone in mare invece è un dovere morale e un obbligo di legge, sancito dalla nostra Costituzione. Per impedire la partenza di barconi basterebbe creare procedure di ingresso regolari, come un decreto flussi o corridoi umanitari in caso di gravi crisi. Non farlo e chiudere i porti significa solo far morire persone innocenti.

Firmato: Maurizio Brotini (Segreteria Cgil Toscana) e Gianluca Lacoppola (Segreteria Camera del Lavoro Metropolitana Cgil Firenze)

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