“Ai Pronto Soccorso troppi pazienti nel posto sbagliato”: la denuncia Cgil
Troppe persone con problemi banali si presentano ai pronto soccorso di Firenze e della Toscana in questi giorni e la colpa è di un sistema territoriale che non riesce a dare loro una risposta. Per questo i dipartimenti di emergenza degli ospedali sono affollati. A dare questa lettura al problema stagionale del servizio sanitario è la Cgil di Firenze, da dove si chiede alla Regione una riforma che interessi anche i medici di famiglia. Giancarla Casini e Simone Baldacci del sindacato, spiegano che circa «il 40% degli accessi al pronto soccorso sono impropri. Un dato che in questo periodo, come in inverno a causa del freddo, diventa pure più importante. Vanno poi presi in considerazione i malati che si scompensano». Si tratta di persone con malattie croniche degenerative che vanno tenute sotto controllo, proprio per evitare che le loro condizioni non peggiorino portandoli in ospedale. «Qualcosa nel sistema non funziona», attaccano dalla Cgil. A dimostrarlo ci sarebbe anche la recente decisione della Asl Toscana Centro di chiedere letti in più alle casi di cura convenzionate proprio per ricoverare i malati dimessi dal pronto soccorso ma non pronti per rientrare a casa. «Ci chiediamo: ma i medici di famiglia lo fanno il filtro? Perché in certi momenti come durante le ondate di caldo non sembra. Forse hanno troppi pazienti, visto che per prendere un appuntamento spesso bisogna aspettare giorni». La Regione dovrebbe investire di più sull’assistenza territoriale, compresa quella domiciliare secondo la Cgil. «Andrebbero sfruttate di più anche le competenze in questo campo degli infermieri». La Toscana è stata tra le prime Regioni ad avviare la cosiddetta sanità di iniziativa, che prevede proprio per i pazienti cronici un ruolo attivo del medico di famiglia, che dovrebbe chiamarli per sottoporli ai vari controlli periodici legati alla loro patologia. «Quel modello è boicottato dalla maggioranza dei medici di famiglia accusa- no sempre dalla Cgil Non vogliamo condannare nessuno ma è arrivato il momento di rivedere la sanità di iniziativa, ridisegnando il ruolo dei dottori e prevedendo magari équipe territoriali mutlisciplinarei. In questo modo si ridurrebbe anche l’accesso ai pronto soccorso di persone che si scompensano perché non seguite sul territorio. Per quanto riguarda i problemi più banali, invece, basterebbe che i cittadini riuscissero a farsi vedere dal medico nel giro di uno o due giorni per evitare di finire ad affollare i pronto soccorso degli ospedali.
(articolo uscito su Repubblica Firenze di oggi a firma di Michele Bocci)
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