Coop di Legnaia, operazione salvataggio. Presidio dei lavoratori

Sulla Coop di Legnaia non è ancora stata scritta la parola fine. La situazione è difficile, ma prima di darsi per vinti saranno giocate tutte le carte per garantire la continuità a questa storica attività fondata a Firenze nel 1903. Ieri i sindacati hanno messo in atto la loro prima protesta con un presidio nella sede di via Baccio da Montelupo a Firenze. In contemporanea il cda della cooperativa riunito in assemblea ha dato mandato a dei professionisti di fare una valutazione dello stato patrimoniale. Lo strumento per mantenere in via la cooperativa potrebbe essere il concordato in continuità. L’istituto prevede la prosecuzione dell’attività di impresa da parte del debitore, la cessione dell’azienda in esercizio ovvero il conferimento dell’azienda in esercizio in una o più società, anche di nuova costituzione. L’ipotesi che potrebbe portare all’interno del corpo sociale e con qualche altra forma gestionale nuove forze e nuovi soggetti è reale, ma la strada è ancora tutta da battere. Intanto l’azienda ha convocato per oggi i lavoratori, proprio per presentare l’opzione della New Co. Di certo i terreni agricoli e la particolare attività della cooperativa presuppongono l’intervento di un soggetto imprenditoriale che abbia come lo stesso core business. L’indiscrezione che circola in queste ore è che in soccorso a Legnaia potrebbe arrivare da Pistoia l’azienda Mati: un altro pezzo di storia del vivaismo toscano (fondata nel 1909) che nel recentissimo passato era già stato accostato alla cooperativa per l’intenzione di condividere nella sede di via Baccio da Montelupo uno spazio espositivo per le piante. Ma oltre ogni ipotesi per il momento regna la preoccupazione. “Aspettiamo un cenno dall’azienda – hanno detto Chiara Liberati e Yuri Vigiani di Filcams Cgil -, di certo c’è un importante indebitamento e una serie di scelte che nel tempo hanno portato a questa situazione. Attendiamo conferme da parte dell’azienda, per la salvaguardia dei posti di lavoro e la sopravvivenza di questa realtà che negli anni è diventato un punto di riferimento per gli agricoltori del territorio e per chi cerca i prodotti della filiera corta”. In difesa della Coop di Legnaia sí sono mossi anche i sindaci di Firenze, Dario Nardella, Scandicci, Sandro Fallani e Borgo San Lorenzo Paolo Omoboni. «Il primo interesse è rivolto al futuro dei cento lavoratori dicono i sindaci e alle prospettive per i produttori soci che hanno nella cooperativa un riferimento fondamentale per le proprie attività. Seguiamo direttamente l’evolversi della situazione, anche con la partecipazione ad incontri organizzati per trovare la miglior soluzione possibile per la salvaguardia dei posti di lavoro. Come primo fondamentale atto chiediamo al sistema bancario di rivedere le decisioni che hanno determinato una rapida involuzione della crisi nell’ultima settimana. Siamo già in contatto con la Presidenza della Regione per la convocazione ín tempi brevissimi, a seguito della riunione del Cda, di un tavolo di crisi con le rappresentanze dei sindacati, dalla Cooperativa e delle istituzioni interessate». Le difficoltà della cooperativa sono cominciate corda realizzazione del centro commerciale di via Baccio da Montelupo; nel 2016 è stato necessario ridurre il personale e vendere parte del patrimonio immobiliare per fare fronte a una prima richiesta delle banche.

(fonte: La Nazione di oggi, articolo a firma di Fabrizio Morviducci)

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