Bekaert, incontro al Mise: Fiom non soddisfatta, “troppe incertezze”

Bekaert: Trafilerie Meridionali ha presentato piano al Mise

L’azienda abruzzese Trafilerie Meridionali, attiva nel campo delle lavorazioni metalliche, ha presentato oggi al tavolo del Mise il proprio piano industriale per la produzione di filo tubo nello stabilimento Bekaert di Figline Valdarno. E’ quanto si apprende da fonti che hanno partecipato alla riunione di oggi a Roma sulla vertenza che da oltre un anno vede protagonista la fabbrica in Toscana, a Figline Valdarno (Firenze) che conta ancora 210 dipendenti in Cassa integrazione straordinaria fino a fine 2019.
In una nota ufficiale diffusa da Bekaert al termine dell’incontro a Roma si parla della presentazione da parte di una “azienda italiana” di “un piano molto articolato sul quale sono in corso dettagliate verifiche di sostenibilità”, e questa viene definita “l’ipotesi più rilevante su cui si sta lavorando già da diversi mesi”. Allo stesso tempo, dichiara la multinazionale belga, “approfondimenti e verifiche sono in corso inoltre sul piano presentato dalla cooperativa dei dipendenti Bekaert. Al vaglio anche l’eventuale convivenza del piano, o parte di questo, con quello presentato dall’azienda”.(ANSA).

Bekaert: Rossi, prorogare Cigs per lavoratori Figline

Per la Bekaert di Figline Valdarno “due ipotesi di reindustrializzazione ce l’abbiamo, però serve tempo per formalizzarle ed analizzarle”, e dunque “è necessario prorogare di alcuni mesi la cassa integrazione straordinaria per cessazione che scade alla fine dell’anno”. Lo ha affermato Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, che oggi ha partecipato al tavolo sulla vertenza al ministero per lo Sviluppo economico.
Secondo quanto riporta la Regione in una nota, la sottosegretaria Alessandra Todde si è detta “disponibile a portare al ministero del Lavoro la richiesta di proroga della cassa integrazione, e a riconvocare il tavolo entro novembre”, con l’obiettivo di “concludere con la reindustrializzazione dell’area entro i primi quattro mesi del prossimo anno”. Per la reindustrializzazione della fabbrica, obiettivo dei piani industriali di Trafilerie Meridionali e della coop dei lavoratori, “potrebbe essere possibile – sostiene Rossi – anche che le due proposte stiano insieme. Serve tempo, ma intanto incassiamo la disponibilità dell’azienda a concedere che a Figline si produca anche lo steel cord”.(ANSA).

Calosi (Fiom Firenze) e Re David (Fiom nazionale): “Non siamo soddisfatti”

Sono due i piani industriali pervenuti al tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico. Uno da parte di Trafilerie Meridionali, azienda di Chieti interessata ad attingere al know-how dei lavoratori Bekaert, orientata alla produzione di filo tubo e altri trafilati in acciaio, e l’altro piano dalla Cooperativa di lavoratori, che oltre al filo tubi erogherebbe servizi di manutenzione industriale.
Daniele Calosi, Segretario Generale della Fiom Cgil di Firenze, spoega: “Non ci riteniamo soddisfatti dell’incontro. A due mesi dalla scadenza della cassa integrazione per i 211 lavoratori, ci troviamo davanti a due sole proposte, di cui una frutto di un’iniziativa di alcuni lavoratori. Entro la fine dell’anno, in soli due mesi, non siamo in grado di valutare la solidità del progetto di Trafilerie Meridionali e del suo partner, peraltro sconosciuto. Ad oggi non è stato neanche ipotizzato il numero di lavoratori che potranno essere ricollocati. Accogliamo con favore l’apertura di Bekaert alla produzione dello steel cord che dà maggior certezza occupazionale a tutti i lavoratori rispetto alla sola produzione di filo tubo finora consentita dall’accordo. Resta però per noi inaccettabile trovarsi di nuovo nella condizione di dover fare una trattativa con il conto alla rovescia dei licenziamenti, per questo abbiamo chiesto alla multinazionale il ritiro della procedura di licenziamento”.
Per Francesca Re David, segretaria generale della Fiom-Cgil nazional, “il piano industriale, per quello che ci è stato presentato oggi al Mise, risulta insufficiente. Il Governo deve rifinanziare la cassa integrazione in scadenza il 31 dicembre 2019 per le lavoratrici e i lavoratori della Bekaert e l’azienda deve ritirare i 211 licenziamenti. In questa fase di crisi economica e di transizione ecologica occorre riformare gli ammortizzatori sociali. La vertenza della Bekaert ha avuto il merito di aver riconquistato la cassa integrazione per cessazione, cancellata dal Jobs Act, ma è stata finanziata solo per un anno e quindi va rifinanziata finché non sarà avviato un vero piano di reindustrializzazione. In ogni caso qualunque sia la situazione ci devono essere pari diritti e salari per tutti i lavoratori”.

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