Coronavirus, allarme Cgil-Cisl-Uil Firenze per il lavoro
Coronavirus, Cgil-Cisl-Uil Firenze: “E’ allarme lavoro”. Chiesta a istituzioni e controparti una cabina di regia per gestire le ricadute. “No ad azioni unilaterali, serve responsabilità”. Lavoratori lasciati a casa via Whatsapp, richieste di ammortizzatori sociali per oltre 3mila dipendenti
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La situazione sanitaria ed economica creata dal Coronavirus è senza precedenti, e va affrontata “tutti insieme, senza azioni unilaterali, tutti con grande senso di responsabilità, trovando anche risposte nuove”: per questo Cgil-Cisl-Uil Firenze avanzano al sindaco della Città metropolitana una richiesta urgente di convocazione di un tavolo per creare una cabina di regia di livello di area metropolitana, e avanzano anche un appello alle controparti datoriali affinché si faccia al più presto un incontro, per evitare che si vada “in ordine sparso” nella gestione delle crisi. “Il primo pensiero è per l’emergenza sanitaria ovviamente, e un ringraziamento va agli operatori sanitari che ogni giorno sono in prima linea. Detto questo il nostro primo obiettivo è la tutela dei lavoratori e dei loro salari. Le nostre sedi sono aperte, con le precauzioni dal caso, per fare attività di tutela individuale e collettiva e anche in questi giorni i nostri sportelli ricevono tante persone preoccupate per il lavoro”, hanno detto Paola Galgani (segretaria generale Cgil Firenze), Roberto Pistonina (segretario generale Cisl Firenze-Prato) e Paola Vecchiarino (Responsabile Uil area fiorentina).
A Firenze, nel settore turistico, già 15 alberghi hanno chiesto la procedura di attivazione di ammortizzatori sociali, per circa mille addetti coinvolti; nel settore manifatturiero, nella moda e nella meccanica, comparti più esposti all’export, le richieste di attivazione di ammortizzatori sociali erano 77, per 2.500 lavoratori coinvolti. E questi sono i numeri fino a pochi giorni fa, oggi la situazione è sicuramente peggiorata. Inoltre, è di poche ore fa la notizia che lavoratori di un locale del centro di Firenze hanno ricevuto un messaggio Whatsapp dal datore, in cui si spiega che l’attività è chiusa: messi alla porta senza nemmeno capire se licenziati o sospesi. Nel mondo degli appalti, nei vari settori, la situazione è complicata: c’è l’esigenza di rimodulare i servizi per garantire lavoro e aiuto alle famiglie con più fragilità. “Questo quadro conferma come sia indispensabile una gestione condivisa dell’emergenza, seguendo l’appello del Presidente della Repubblica Mattarella all’unità, alla condivisione e alla solidarietà in questo momento difficile”, concludono Galgani, Pistonina e Vecchiarino.
COSI’ IN ANSA
Coronavirus: sindacati Firenze, a rischio migliaia lavoratori
A Firenze 15 alberghi hanno chiesto la procedura di attivazione di ammortizzatori sociali, per circa mille addetti coinvolti, mentre nel settore manifatturiero le richieste di attivazione di ammortizzatori sociali sono 77, per 2.500 lavoratori coinvolti. Questo il quadro, aggiornato ad alcuni giorni fa e probabilmente già ora aggravatosi, presentato oggi da Cgil, Cisl e Uil provinciali che chiedono a istituzioni e associazioni datoriali una cabina di regia comune a livello metropolitano per gestire le ricadute negative del Coronavirus. Se i settori colpiti per primi sono stati quelli legati al turismo, secondo i sindacati le difficoltà riguarderanno sempre più attività, e stanno cominciando a toccare il settore dei servizi in appalto, a cominciare da quelli legati al mondo della scuola: l’appello è a rimodulare i servizi per garantire lavoro e aiuto alle famiglie con più fragilità. Dunque la situazione va affrontata “tutti insieme, senza azioni unilaterali, tutti con grande senso di responsabilità, trovando anche risposte nuove”, affermano Paola Galgani (Cgil Firenze), Roberto Pistonina (Cisl Firenze-Prato) e Paola Vecchiarino (Uil area fiorentina). I sindacati, oltre a condividere “l’appello del Presidente della Repubblica Mattarella all’unità, alla condivisione e alla solidarietà in questo momento difficile”, chiedono, nello specifico, anche l’attivazione di ammortizzatori sociali come la Cassa integrazione in deroga per tutti i settori non coperti dagli ammortizzatori oggi esistenti. “Ci sono strumenti come il Fondo di integrazione salariale – sostiene Galgani – che è applicabile alle imprese con più di cinque dipendenti, ma abbiamo bisogno di proteggere anche i lavoratori che lavorano in aziende con meno di cinque dipendenti. Rischiamo di avere problema ulteriore, se abbassiamo a tante persone le tutele reddituali e la possibilità di lavorare questo creerà un problema sociale, e ci sarà bisogno di ulteriori interventi”. Per Pistonina “spingeremo perché scattino tutti gli ammortizzatori possibili per garantire gli attuali livelli occupazionali. Il ministro dell’Economia ha detto che questa crisi non dovrà comportare una perdita di posti di lavoro, e noi ne siamo anche più convinti di lui”. Nell’immediato, secondo Vecchiarino, è necessario “salvare posti di lavoro” ma anche “fare in modo che il servizio sanitario regga: le misure prese in questo momento hanno delle ripercussioni, ma dobbiamo tutelare innanzitutto il servizio sanitario che servirà a mantenere la salute dei cittadini”.(ANSA).
Coronavirus, emergenza casa: il Sunia chiede al Prefetto di Firenze di sospendere gli sfratti. “La crisi economica generata dal virus impatta sulle fasce più deboli che hanno difficoltà con l’affitto”
La grave emergenza causata dal Coronavirus sta provocando forti criticità non soltanto sotto il profilo sanitario, ma anche sotto il profilo economico nella nostra città. Senza voler usare toni allarmistici, c’è forte preoccupazione dalle prime avvisaglie dal punto di vista occupazionale. “L’emergenza da Coronavirus rischia di avere un impatto elevatissimo sull’economia – afferma Laura Grandi, segretaria del Sunia (il sindacato inquilini affiliato alla Cgil ) di Firenze e della Toscana -, con conseguenze pesanti sul tessuto economico, in tanti settori, dalla ristorazione alla ricettività, passando per il settore distributivo ed i servizi, con la perdita di posti di lavoro per i lavoratori di questi comparti. Sono lavoratori che rappresentano al momento anche una delle fasce più deboli nel settore abitativo, e fanno già tanta fatica a stare nei costi dell’abitare arrivando a fine mese con l’acqua alla gola proprio per pagare l’affitto”. “In questi giorni si sono rivolti nei nostri uffici diverse persone spaventate dalla situazione occupazionale – continua Grandi -, spaventate che alla perdita del lavoro consegua la perdita della casa, per non riuscire ad onorare canoni di locazione e mutui. Per questo abbiamo richiesto al Prefetto la sospensione degli sfratti fino alla fine del mese di aprile. E riteniamo che il Comune, il Sindaco e gli assessorati competenti debbano attivarsi immediatamente per incrementare gli interventi a sostegno dei nuclei familiari sotto sfratto, oltre che unirsi ai sindacati nel chiedere al Prefetto di procedere ad una sospensione delle esecuzioni. Ma sarà importante l’istituzione di un Tavolo, più volte richiesto, con Prefetto, Comune e sindacati sul quale definire i tempi e i modi degli sfratti, per garantire alle famiglie il passaggio da casa a casa utilizzando tutte le risorse che il territorio offre”.