Le richieste di Fillea Cgil Firenze alle imprese edili
Coronavirus, “le aziende si adoperino per garantire la salute dei lavoratori nei cantieri, attenendosi alle indicazioni di profilassi, organizzando il lavoro in modo che tutti gli operai siano in sicurezza e ricorrendo alla riduzione o al fermo produttivo quando tali procedure di precauzione non possono essere garantite (in questi casi particolari, con l’attivazione di ammortizzatori sociali)”: la dichiarazione del segretario generale di Fillea Cgil Firenze Marco Carletti
Il momento che stiamo attraversando è complicato e doloroso per tutti, nessuno escluso. Le difficoltà sono per tutti i cittadini, i commercianti, le imprese e soprattutto per i lavoratori. Tutta l’Italia è zona protetta, le città sono deserte ed in particolare è deserta Firenze.
In questo apparente deserto, ci sono i lavoratori e le lavoratrici che nonostante tutto continuano a lavorare e come lavorano? Gli operai delle fabbriche e dei cantieri come lavorano? Le norme dell’ultimo decreto del Presidente del Consiglio sono applicate? I loro refettori, le loro mense, sono debitamente organizzate e dotate dei sistemi anti contagio? Nelle buche per le riparazioni della rete idrica, queste norme sono rispettate? Quando salgono sui furgoni e camion per lavorare, sono protetti questi operai? Quelle aziende che sono costrette ad un fermo forzato, hanno attivato la cassa integrazione? Queste giornate di fermo lavoro, alla gente chi le paga?
Oggi abbiamo letto che l’Ance nazionale si dice pronta a sospendere i cantieri in quanto sarebbe impossibile garantire la sicurezza. Secondo noi questa non è la strada giusta: non serve fuggire dalle proprie responsabilità, bisogna piuttosto che le aziende si adoperino per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori, attenendosi alle indicazioni di profilassi date dalle istituzioni preposte, organizzando il lavoro in modo che tutti gli operai e gli impiegati siano in sicurezza e ricorrendo alla riduzione o al fermo produttivo quando tali procedure di precauzione non possono essere garantite (in questi casi particolari, con attivazione di ammortizzatori sociali).
Di questo ci stiamo occupando oramai da tre giorni, senza sosta e con il massimo impegno e a rischio anche della nostra salute. Ci stiamo occupando di un lavoro che sia salvaguardato e che il Coronavirus non diventi un cavallo di troia usato per distruggere i diritti di chi lavora. Mentre come Fillea Cgil di Firenze siamo impegnati a rompere le scatole alle aziende, ai consulenti, ai direttori dei lavori, alle committenze, perché le regole siano rispettate e quando questo non avviene siamo a far bloccare le lavorazioni, ci giunge notizia che qualche altra organizzazione sindacale, in sprezzo alle norme anti contagio, del buon senso e dell’etica di missione, organizza assemblee e riunioni, senza mantenere le distanze tra i partecipanti e senza Dpi. E’ questa la priorità del momento? Fare una tessera in più o salvaguardare le condizioni di lavoro e proteggere i lavoratori dal contagio? Noi come Fillea Cgil di Firenze resteremo vigili sul rispetto delle disposizioni di sicurezza del decreto del presidente del consiglio, pronti a segnalare qualunque inadempienza.
Firmato: Marco Carletti, segretario generale Fillea Cgil Firenze