28 aprile Giornata della sicurezza sul lavoro, la riflessione Cgil Firenze
Domani 28 aprile è la Giornata internazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro: quest’anno al centro c’è il rischio biologico da contagio Covid19 che ha provocato una pandemia di carattere mondiale. “La ricorrenza di quest’anno segni l’effettivo avvio di un percorso che metta veramente al centro la salute e la sicurezza dei lavoratori, a partire da un impegno concreto a mettere in atto tutti i comportamenti già previsti e le nuove normative citate per essere veramente pronti ed operativi per la necessaria fase di ripartenza”: l’intervento di Laura Scalia ed Elena Aiazzi (per la Camera del lavoro di Firenze, Dipartimento Salute e Sicurezza)
Domani 28 aprile è la Giornata internazionale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro istituita dalla Organizzazione Internazionale del Lavoro.
Giornata in cui tutto il mondo, in contemporanea, ha l’occasione di riflettere su quante ancora oggi siano le sfide da affrontare affinché i posti di lavoro siano luoghi sicuri e salutari per le lavoratrici ed i lavoratori, sul loro diritto a svolgere l’attività lavorativa in totale sicurezza, su quanto ancora bisogna fare per la prevenzione come elemento prioritario per contrastare le morti sul lavoro e contro la contrazione delle malattie professionali.
Ancora oggi nei luoghi di lavoro sono altissimi i costi in termini di vita umana dovuti agli infortuni mortali, e drammatici sono gli effetti collaterali di chi a seguito di un infortunio diventa invalido per il resto della propria vita, soprattutto se si pensa che la stragrande maggioranza degli infortuni sono prevedibili ed evitabili.
Il 28 aprile del 2020 non potrà che essere “dedicato” al rischio biologico da contagio Covid19 che ha provocato una pandemia di carattere mondiale.
Una pandemia da coronavirus che ha invaso il mondo e tutti i luoghi di lavoro, risultando un rischio concreto e pericoloso per tutte le lavoratrici e i lavoratori in qualsiasi settore essi lavorino, in qualunque azienda essi siano, in ogni paese e in ogni città.
È il momento di intervenire prontamente a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, tenendo conto dei Dpcm che in questi mesi hanno emanato linee guida di comportamento, applicando gli accordi siglati tra le parti sociali e il governo come il protocollo di regolamentazione nei luoghi di lavoro del 14 marzo 2020 e aggiornato il 24 aprile 2020.
Bisogna intervenire però tenendo conto dello strumento principale da cui non possiamo prescindere, ovvero il TU 81/08, e dalle indicazioni che ci consegna a partire dalla necessità, e dall’obbligatorietà, di modificare il Documento di valutazione dei rischi rispetto al Covid19, a seguito delle modifiche organizzative che necessariamente le imprese dovranno apportare per rispettare quanto l’Oms ed il Consiglio superiore di sanità ci dicono di dover fare per garantire quella che oggi è la prevenzione più efficace, cioè il distanziamento sociale tra le lavoratrici e i lavoratori.
Dobbiamo agire da un punto fermo a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, questo è ben saldamente rappresentato da questa legge che contiene tutte le norme come la formazione, l’informazione alle lavoratrici e ai lavoratori, come e quando deve essere effettuata la sorveglianza sanitaria, chi controlla e chi ispeziona i luoghi di lavoro, il ruolo di RLS e RLST, insomma tutto quanto necessita per salvaguardare il bene più prezioso la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori.
A maggior ragione visto che anche l’Inail ha emanato una circolare che stabilisce che il contagio da Covid19 nei luoghi di lavoro si riconduce ad infortunio e malattia professionale, se pur ancora con qualche criticità da affrontare che comunque non ne cambia il senso.
Inoltre è importante sottolineare che, in questa specifica condizione di rischio contagio da un virus che non vede ancora in campo cure dirette ed efficaci e soprattutto l’individuazione di un vaccino, la responsabilità in capo alle aziende ed agli imprenditori del rispetto delle norme va oltre il perimetro del luogo di lavoro, ed è una responsabilità verso tutti i cittadini. Così come non vogliamo che tale condizione si trasformi in un conflitto drammatico già vissuto tante volte tra la necessità di lavorare e la garanzia di tutela della salute, cosa che già in parte sta avvenendo.
Non esistono cittadini che per età o per altra condizione possano essere immolati per la causa della ripresa a tutti i costi; se ognuno saprà acquisire quella cultura del rispetto della libertà e dignità del prossimo, che si realizza appunto attraverso il rispetto consapevole delle leggi, forse la nostra comunità potrà riprendere il suo percorso avendo imparato qualcosa da questo impensabile dramma.
Come dipartimento Salute e Sicurezza della Camera del lavoro di Firenze auspichiamo che il 28 aprile 2020 possa essere l’effettivo avvio di un percorso che metta veramente al centro la Salute e la Sicurezza dei lavoratori, a partire da un impegno concreto a mettere in atto tutti i comportamenti già previsti e le nuove normative citate per essere veramente pronti ed operativi per la necessaria fase di ripartenza, affinchė il distanziamento sociale non si trasformi inevitabilmente in uno sterile isolamento sociale mettendo a rischio comunque la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Firmato: per la Camera del lavoro di Firenze,
Dipartimento Salute e Sicurezza, Laura Scalia
ed Elena Aiazzi