Empolese Valdelsa, Cgil e Fiom: “Aprire un confronto vero su come ripartire”

L’appello di Paolo Aglietti (responsabile Cgil Empolese Valdelsa) : “Si occupi questo periodo di blocco per definire accordi, mettere a posto procedure, spazi e macchine per quando progressivamente le attività potranno riprendere”

La dichiarazione di Paolo Aglietti (responsabile Cgil Empolese Valdelsa): “In questi giorni stiamo assistendo ad una discussione surreale e sconnessa dalla realtà intorno all’emergenza sanitaria nella quale siamo ancora completamente immersi; i numeri dei contagiati continuano a crescere e per ora non si vede alcuna fase di curva discendente. Già nella situazione odierna si devono evidenziare carenze di dotazioni di Dispositivi di Protezione Individuali per tutti coloro che operano nel sistema sanitario, nelle RSA dove sono ospitati i nostri anziani, per tutte le persone che sono impegnate nelle “attività essenziali”.
Discutere se debbano prevalere le ragioni economiche e del mercato, quelle della salute, quelle anagrafiche o qualsiasi altra speciosa caratteristica appare fuori luogo e fuori tempo: un eccesso di cinismo di cui faremmo volentieri a meno.
Il diritto superiore della tutela della salute sancito dalla nostra Costituzione ed il valore assoluto di tutte le persone rappresentano elementi imprescindibili.
Non spetta agli attori economici, sociali e neppure alle singole forze politiche decidere se, come e quando riaprire; toccherà al Governo sulla base di precise indicazioni della comunità scientifica e delle autorità sanitarie. In ogni caso la convivenza con il Virus nella fase 2 non sarà breve e le attenzioni, le cautele ed il distanziamento sociale non potranno diminuire.
Ciò potrà avvenire soltanto in piena sicurezza sanitaria. Da una parte con la capacità di testare e controllare in modo diffuso chi è o non è ancora positivo con i relativi contatti in modo da evitare la ripartenza epidemica, dall’altra con la definizione in ogni luogo di lavoro di accordi stringenti su salute e sicurezza, sulla base del Protocollo sottoscritto il 14 marzo per le attività indispensabili e con la sua applicazione anche nelle realtà dove il sindacato non è presente con un controllo attivo delle istituzioni preposte.
La Cgil Empolese Valdelsa ha letto con grande attenzione l’intervento su Il Tirreno della Presidente territoriale di Confindustria, dottoressa Paola Castellacci.
E’ apprezzabile la sobrietà del linguaggio, la disponibilità alla ricerca di soluzioni per la sicurezza dei lavoratori nelle aziende, il riconoscimento del ruolo e della funzione delle parti sociali su questo territorio.
La Cgil Empolese Valdelsa rivolge un appello a tutte le parti che hanno sottoscritto il Protocollo del 14 marzo, ma anche alle singole aziende affinché si occupi questo periodo di blocco per definire accordi, mettere a posto procedure, spazi e macchine per quando progressivamente le attività potranno riprendere.
Nell’Empolese Valdelsa importanti aziende che avrebbero potuto proseguire l’attività produttiva si sono fermate per definire procedure e mettere in sicurezza, impianti e sottoscrivere accordi, in altre in via di conclusione: a puro titolo esemplificativo cito Zignago, Irplast, Valentino, Industrie Bitossi, Colorobbia Italia, Acque Spa, Le Soluzioni, Toscana Energia…
Tanti economisti, studiosi, giornalisti, imprenditori affermano che niente sarà uguale a prima, c’è chi parla di accorciamento delle filiere, chi di de – globalizzazione,…
La storia ci insegna che i sistemi complessi a seguito di forti perturbazioni esterne tendono, nel tempo, a stabilizzarsi su diversi livelli di equilibrio. Non ci sono però automatismi nella vita economica e sociale, come in quella ambientale; esistono responsabilità e decisioni da assumere.
Forse potrebbe essere utile condividere e decidere come provare ad essere. Istituzioni, parti sociali, mondo della cultura dovrebbero condividere le priorità a partire dalle politiche per l’ambiente che ci evitino ulteriori disastri. Non servono scorciatoie.
In un territorio così ricco di attività ed eccellenze vogliamo provare a focalizzarci sulla qualità delle produzioni e del lavoro, sul rapporto con le Università ed i centri di ricerca, su una economia circolare virtuosa; si proverà ad abbandonare il sistema di servizi e lavori al massimo ribasso, l’esternalizzazione e la frantumazione del lavoro. Si proverà ad interrompere l’avanzata della rendita che toglie respiro ad investimenti, innovazione e redistribuzione della ricchezza”.

La Fiom Cgil Empolese Valdelsa: “Sarebbe utile aprire un confronto fattivo, anche tra i firmatari del Patto per lo sviluppo dell’Empolese Valdelsa, che metta al centro i lavoratori, con il reddito, i diritti e le loro competenze”

La dichiarazione di Stefano Angelini e Maurizio Garofano della Fiom Cgil Firenze: “E’ nostra intenzione entrare nel merito del dibattito che la Confindustria del circondario Empolese Valdelsa ed altri, hanno lanciato in questi giorni in merito alla situazione che stanno vivendo le aziende e, aggiungiamo noi, anche i lavoratori.
In queste prime drammatiche settimane di pandemia, abbiamo vissuto una incertezza normativa data dalla possibilità per le attività di stare o meno aperte in relazione ai relativi codici Ateco, indicati dal Decreto Ministeriale. Anche tra le associate a Confindustria ci sono state aziende che pur di produrre profitto hanno “forzato” il Dpcm ed hanno continuato a lavorare, alcune provando addirittura a modificare il proprio codice Ateco per rimanere aperte. In questa situazione riuscire ad applicare nei luoghi di lavoro il protocollo sulla sicurezza siglato tra governo e sindacati non è stato tutt’altro che semplice, renderlo esigibile poi è stato una fatica. Ci siamo riusciti grazie alla collaborazione coi delegati. Adesso va meglio, ma nei primi giorni si è verificata una corsa alla produzione e al profitto e siamo dovuti intervenire per contestarla, anche chiamando in causa le istituzioni per far rispettare la legge e salvaguardare la salute dei lavoratori.
Rimangono comunque punti di criticità, pensiamo alla sanificazione degli ambienti di lavoro che raramente è stata fatta e che dovrà essere garantita prima della riapertura. Su questo vigileremo affinché salute e sicurezza siano temi prioritari della graduale riapertura
Inoltre, in questa fase di utilizzo intenso degli ammortizzatori sociali, poniamo la questione della tenuta del reddito. Pure su questo le aziende non hanno mostrato la sensibilità necessaria, lasciando in molti casi i lavoratori senza l’anticipo del trattamento di cassa integrazione e di fatto senza stipendio. Come Fiom Cgil abbiamo chiesto un intervento di integrazione salariale e di maturazione piena di ratei, ferie, permessi e mensilità aggiuntive che tante aziende non hanno voluto riconoscere. Sono condizioni che determineranno una sofferenza pesante che da aprile avrà ricadute sul reddito di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie.
Questa sfida oltre all’oggi riguarda già il domani, e vale per tutti. La tenuta occupazionale non può e non deve essere un problema da riversare sulle spalle di una parte del paese, spesso la più debole. Al divieto di licenziamenti attualmente in vigore, non potrà seguire una fase di scarico delle difficoltà sui lavoratori. La responsabilità delle imprese, a partire da chi le rappresenta, la valuteremo nel momento in cui cesseranno le misure in vigore. Auspichiamo sin d’ora che la moratoria sui licenziamenti sia prorogata e riguardi anche le situazioni di crisi pregresse, già presenti sul territorio, come la Bekaert per il Valdarno e la Vibac per l’Empolese, che in un momento come questo sono ancor più vertenze di tutto il territorio. Da li secondo noi si dovrebbe ripartire per creare un sistema nuovo di società con al centro la persona.
Più che di vecchie ricette e dei proclami apparsi di recente sui quotidiani, occorre senso di responsabilità da parte di tutti. Sarebbe utile aprire un confronto fattivo, anche tra i firmatari del Patto per lo sviluppo dell’Empolese Valdelsa, che non guardi solo ai profitti d’impresa ma metta al centro i lavoratori, con il reddito, i diritti e le loro competenze”.

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