La Cgil: “Allarme illegalità, serve una vigilanza ‘partecipata’ del territorio”
La Cgil Firenze lancia l’allarme illegalità e chiede una “vigilanza partecipata” del territorio: “Le indagini della procura di Prato che hanno portato la scorsa settimana ad arresti e perquisizioni in due aziende edili del nostro territorio, e le indagini della procura di Reggio Calabria che hanno portato al sequestro per mafia e all’amministrazione giudiziaria per l’Avr, suonano come un drammatico grido di allarme. Come denunciamo da tempo, il nostro territorio e la nostra economia non sono immuni alle infiltrazioni mafiose e a questo processo va posto un argine immediato. Quando parliamo di appalti, la priorità deve essere la garanzia della legalità. Se velocizzare le procedure per gli appalti è certamente un obiettivo,questo non può autorizzare nessuno ad invocare una deregolamentazione che faciliti l’ingresso di sistemi economici opachi. Vanno anzi rafforzati e messi in essere tutti quegli strumenti che garantiscano la regolarità delle aziende e del lavoro che svolgono. La priorità, proprio nel momento più acuto della crisi, è che l’economia buona non sia scacciata dall’economia cattiva. Che il lavoro buono non sia soppiantato dal lavoro irregolare, sfruttato, in precarie condizioni di sicurezza.
Lanciamo un appello a tutte le istituzioni, alle associazioni, ai cittadini perché la cultura della legalità sia la prima preoccupazione quando parliamo di appalti e delle condizioni di lavoro in essi applicate. Un appello alla vigilanza partecipata nel nostro territorio come miglior antidoto alla subdola malattia dell’infiltrazione mafiosa. Una malattia mortale per l’economia sana e per l’intero tessuto civile delle nostre comunità. L’altro messaggio, però, che vogliamo lanciare è che bisogna tutelare i lavoratori che rischiano di pagare il conto di queste incresciose situazioni. Questa riscossa di legalità deve portare a esaltare il valore sociale della legalità. Deve sostenere il lavoro, non farlo perdere. Deve qualificarlo attraverso l’applicazione corretta delle regole senza lasciarlo alla logica sciacalla del massimo ribasso che caratterizza chi delle regole e della legalità se ne infischia. Legalità come presupposto dello sviluppo della sua qualità”.