Muzaffar, morto sul lavoro nell’Empolese. La Cgil chiede più controlli

Nella mattinata di ieri, 17 dicembre, una persona di 49 anni ha perso la vita in un infortunio sul lavoro con esito mortale.
Muzaffar è uscito di casa, a Reggio Emilia, per andare a lavorare ed è morto in Ospedale ad Empoli dopo un grave incidente mentre lavorava all’interno di una azienda agricola a Spicchio.
Non era dipendente dell’azienda agricola, ma sembra che stesse imbottigliando e caricando vino sopra un camion; non sappiamo ancora se fosse dipendente di una cooperativa emiliana, oppure di qualche ditta in appalto.
Le indagini sono ancora in corso al fine di chiarire la dinamica dell’incidente e la regolarità del rapporto di lavoro e auspichiamo che riescano rapidamente a chiarire l’accaduto e la situazione. L’unica cosa su cui abbiamo certezza è che un altro lavoratore, un volto, una persona con progetti, preoccupazioni e speranze, è uscito per andare a lavorare e non farà più ritorno a casa. Alla famiglia vanno le nostre condoglianze e siamo a loro disposizione.
In questo momento economico si corrono grandi rischi: che da una parte le persone siano costrette ad accettare qualsiasi lavoro sotto qualsiasi condizione e che, dall’altra, alcune aziende, più o meno in difficoltà, scarichino costi lungo la filiera di appalti e sub appalti spesso con grave sfruttamento del lavoro.
E’ indispensabile garantire in forma estesa e costante la vigilanza delle Istituzioni pubbliche preposte ai controlli.
E’ di ieri la notizia positiva che è stato rifinanziato e rinnovato su tutto il territorio di Firenze, Prato, Pistoia il Protocollo “Lavoro Sicuro” tra la Regione Toscana, la Asl Toscana Centro e le tre Procure.
E’ un atto positivo e la Cgil Empolese Valdelsa chiede che i controlli a tappeto si estendano anche in questo territorio anche a garanzia delle tante aziende sane.
Risulta indispensabile progettare e costruire sui territori tra Istituzioni Locali, Regione Toscana, Procure e forze dell’ordine, Terzo Settore e forze sociali relazioni e soprattutto un sistema organico di azioni che possano offrire sostegno alle vittime di sfruttamento lavorativo definendo meccanismi di accoglienza ed offrendo possibilità di reinserimento lavorativo.
Nell’Empolese Valdelsa poche settimane fa, in modo spontaneo ed artigianale, con il sostegno del Comune, del Terzo settore siamo riusciti a dare accoglienza a quattro lavoratori vittime di grave sfruttamento lavorativo. Questa esperienza va strutturata in modo più organico al fine di definire un modello utile per tutto il territorio.

Firmato: Paolo Aglietti, coordinatore Cgil Empolese Valdelsa

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