Artigianato, lavoratori senza ammortizzatori: l’allarme della Cgil Empolese

“Come è possibile nel 2021 che tantissime persone attendano di veder riconosciuto un diritto?”. La domanda arriva da Sergio Luschi, responsabile Cgil Empolese Valdelsa, riguardo lavoratori e lavoratrici del settore artigianato che da mesi attendono ammortizzatori sociali e fondo Fsba. Sono oltre 5mila le persone in stand-by, l’ultima erogazione risale a ottobre e c’è chi a metà febbraio attende i fondi si ottobre, novembre e dicembre. Si parla spesso di persone che fanno riferimento a queste risorse per poter mandare avanti la famiglia dopo l’inizio della pandemia. La cifra a cui si fa riferimento rientra tra 800 e 1000 euro per lavoratore o lavoratrice. Ancora Luschi: “Volevamo mettere in risalto la situazione drammatica di molti lavoratori in Toscana, oltre 5mila nella nostra zona. Non è accettabile questa condizione, serve una assunzione di responsabilità. Vengono calpestati i diritti delle persone. Tra le richieste c’è quella di uniformare gli ammortizzatori, deve esserci una modalità unica di erogazione”. Elena Aiazzi della segreteria Cgil della Camera del Lavoro metropolitana di Firenze ha aggiunto: “Il problema è la farraginosità del procedimento. Finché c’è stata una condizione ordinaria, ha funzionato. Ma ora il finanziamento arriva dalla fiscalità generale ma subisce gli stop dei vari decreti. A fare le conseguenze sono cittadini e cittadine che non hanno stipendio né erogazione di ammortizzatore”. Oltre alla riforma degli ammortizzatori, dalla Cgil arriva un altro appello. È rivolto alle aziende: “Bisogna riuscire a fare accordi sindacali per anticipare alcune parti economiche. In ballo c’è la sopravvivenza di lavoratori e lavoratrici. In questa fase è inaccettabile che chi lavora debba pagare di nuovo il prezzo più alto”. Cinzia Paolini – presente coi colleghi Antonella Tarchiani e Massimo Ghiribelli – è dipendente di una piccola ditta artigianale di Montespertoli, la Riccardo Marzi, che produce articoli legati al turismo e al mercato del Giappone. Porta la sua testimonianza, a nome dei cinque dipendenti dell’impresa, ma è un esempio di ciò che sta accadendo all’artigianato fermo a causa della pandemia. “Andavamo a gonfie vele, non avevamo nessun debito, ma da marzo è una tragedia. I nostri datori di lavoro ce la stanno mettendo tutta ma il turismo sarà l’ultimo ambito a ripartire. Gli ammortizzatori tardano a arrivare, abbiamo famiglie da mantenere e mutui o prestiti che ripartiranno. Se prima stavamo bene, ora abbiamo difficoltà a fare la spesa o pagare una bolletta. I nostri lavoratori si indebitano per andare avanti, non sanno cosa dire ai propri figli. Questa situazione non è giusta. Chiediamo che almeno gli ammortizzatori siano regolari” è l’accorato appello di Paolini, Ghiribelli e Tarchiani.

(fonte: gonews.it)

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