Atteggiamenti antisindacali alla Mami (Sesto Fiorentino), protesta la Fiom
Moda: la Mami (ditta di accessori di Sesto Fiorentino), già condannata per comportamento antisindacale, non modifica la propria condotta. Protesta la Fiom Cgil: “Situazione inaccettabile. C’è un intero distretto da riformare, va riportata la discussione sul rispetto dei diritti delle persone, chiediamo l’attivazione di un tavolo istituzionale sul settore con tutti i soggetti interessati e gli enti di controllo”
Il 12 aprile il Tribunale di Firenze, su ricorso della Fiom Cgil, ha condannato per atteggiamento antisindacale la Mami, azienda di Sesto Fiorentino che produce accessori metallici per famosi brand della moda e che conta 130 dipendenti. Queste le ragioni: aver sanzionato dei delegati per aver affisso un verbale di assemblea in bacheca, mancata applicazione della rotazione in cassa integrazione, non aver fornito i dati su una informativa circa un capitolo del contratto nazionale, interferenza con attività sindacale. Tuttavia, denuncia la Fiom Cgil, in seguito a quel pronunciamento del giudice la Mami non ha modificato la sua condotta, continuando a non riconoscere l’azione sindacale della Fiom Cgil stessa e dei suoi delegati. Per il sindacato è “una situazione inaccettabile”.
La Mami è una società con bilancio etico certificato SA8000, attestato che dovrebbe garantire l’eticità ed il rispetto dei diritti dei lavoratori e che permette a chi lo vanta di accedere a finanziamenti pubblici nazionali ed europei. “Ci chiediamo quale senso abbia una certificazione rilasciata da un privato ad un altro privato, dietro pagamento, senza il coinvolgimento di parti sociali, istituzioni o altri organi pubblici, ai quali chiediamo di attivarsi per intervenire sul sistema e sulla filiera – ha detto stamani in conferenza stampa Iuri Campofiloni della Segreteria della Fiom Cgil di Firenze e Prato -. Noi crediamo che sia interesse dei brand e di tutte le aziende della moda riportare la discussione sul rispetto dei diritti delle persone. Per questo chiediamo l’attivazione di un tavolo istituzionale sul settore che coinvolga oltre alla Città metropolitana, la Regione Toscana, le rappresentanze sindacali e datoriali, anche tutte le aziende, dai committenti, ai fornitori e fino ai sub-fornitori ed anche Agenzia delle Entrate ed INPS affinché diventino parti attive e attuative nel processo di certificazione e controllo del sistema. Un’azione nell’interesse comune dei lavoratori, del territorio e dei marchi che esportano Firenze e la Toscana nel mondo”.
Il distretto degli accessori metallici per la moda, nella sola provincia fiorentina, coinvolge circa 10.000 addetti in oltre 200 imprese tra 10 e i 400 dipendenti.