Bekaert, Calosi replica a Giani e Nardella: “Stop promesse, servono certezze”
Alle dichiarazioni espresse ieri sulla vertenza Bekaert dal Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e del Sindaco della Città Metropolitana Dario Nardella, il Segretario Generale della Fiom Cgil di Firenze e Prato Daniele Calosi ha replicato:
“La Regione Toscana non ha esercitato alcun ruolo politico in questa vertenza, sopratutto negli ultimi 8 mesi. Non ci ha permesso di avere un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico se non tardivo. Ha firmato l’accordo del 24 febbraio che prevedeva licenziamenti consentendo alla multinazionale di lasciare Figline e di farlo forte di un accordo che noi non abbiamo firmato. Bekaert con ogni probabilità avrebbe proceduto a licenziare i lavoratori dal 24 febbraio, ma lo avrebbe fatto come azione unilaterale senza il benestare di nessuno, ma sopratutto della Regione Toscana. Con quell’atto l’istituzione regionale ha costituito un pericoloso precedente per situazioni analoghe che potrebbero presentarsi in futuro.
Siamo molto interessati al progetto che lega il Valdarno a Piombino, tanto che contavamo sulla possibilità che fosse già avviato grazie ad un intervento pubblico tale da consentire, attraverso il mantenimento dei rapporto di lavoro, la possibilità di vincolare Bekaert al territorio. E invece oggi è sollevata dalla responsabilità sociale. Il Ministro Giorgetti, davanti ai Segretari nazionali di Fim Fiom e Uilm ha bocciato il piano di Jindal. Se c’è un altro piano dell’acciaio toscano, di cui il Presidente della Regione è a conoscenza, vogliamo vederlo in tempi rapidissimi, altrimenti sono solo chiacchiere.
Al Sindaco della Città Metropolitana di Firenze diciamo che il gruppo interessato a rilevare l’azienda da lui annunciato il 21 settembre 2018 non si è mai palesato e che la disponibilità a mettere in campo un progetto di reindustrializzazione proposta ieri arriva un po’ in ritardo, ma se ci sarà come Fiom/Cgil siederemo a quel tavolo. Porteremo il nostro contributo sostenendo che, chiunque si affacci ad una possibile reindustrializzazione del sito, o per far ripartire un’attività diversa, anche in un sito differente ma limitrofo, se beneficerà di finanziamenti pubblici, dovrà costruire attraverso un accordo con le istituzioni nazionali, locali e le organizzazioni sindacali, le condizioni affinché vi siano le garanzie occupazionali per tutti i lavoratori ex Bekaert licenziati, attingendo altresì dal bacino di quei 318 originari a cui il programma di continuità occupazionale proposto dall’advisor Sernet non ha trovato conferma in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Dopo 35 mesi di vertenza, è finito il tempo delle promesse, servono certezze.”