“Strumenti anti finanziarizzazione dell’economia”, il convegno a Firenze
“Occorrono strumenti contro la finanziarizzazione dell’economia reale, che sta producendo desertificazione di imprese e perdita di lavoro, e a favore di investimenti con finalità sociali sostenibili”: stamani a Firenze il convegno di Fisac e Cgil
Finanziarizzazione dell’economia reale, Hedge Fund, i loro effetti sulla condizione economica e sociale delle persone, come la politica è in grado di regolamentarli impedendo magari che un Fondo, spostando con un click masse di milioni di dollari nel pianeta, alla ricerca di un grosso guadagno a breve termine, produca la chiusura di aziende e la perdita di migliaia di posti di lavoro: sono stati questi gli argomenti al centro del convegno (organizzato stamani al Fuligno di Firenze da Cgil Firenze e Fisac Cgil Firenze) “Il cerchio tetro: lavoro, ambiente e politica alle prese con la finanziarizzazione della economia reale”.
Il titolo, nell’anno del settimo centenario dalla morte di Dante, come ricordato dalla segretaria generale di Cgil Firenze Paola Galgani che ha aperto l’iniziativa, fa riferimento al quarto cerchio dell’Inferno, dove il poeta posiziona gli avari e i prodighi senza volto, come sono senza volto gli speculatori che avidamente stanno dietro alla finanza speculativa le cui scelte stanno producendo disastri anche sul nostro territorio. Yuri Domenici di Fisac Cgil Firenze ha spiegato le finalità dell’iniziativa, partita da un’analisi degli effetti sul nostro territorio della finanziarizzazione dell’economia reale le cui regole stanno portando alla desertificazione delle imprese, alla perdita di posti di lavoro e a conseguenze sociali drammatiche.
Durante il convegno, Isrf Lab della Fisac Cgil Nazionale, nel sottolineare l’ulteriore aumento delle risorse private accumulate anche durante la pandemia con un calo del credito da parte delle banche, ha lanciato due proposte concrete: una rivolta alla politica, che dovrebbe emanare delle leggi che prevedano l’emissione di garanzie a favore dell’investimento del risparmio privato che ammonta a circa oltre duemila miliardi di euro verso progetti legati all’ambiente ed al sociale. L’altra rivolta ai detentori e gestori dei fondi integrativi di pensione, che amministrano circa 130 miliardi di risparmi: dovrebbero consapevolmente indirizzare gli investimenti a sostegno di aziende che operano con regole e finalità sostenibili e rispettose dei criteri della Esg.
“Il convegno è stato un momento di approfondimento con esperti della materia, per capire non solo il funzionamento di questi strumenti, ma anche cosa deve fare la politica, il nostro sistema bancario e produttivo e cosa possiamo fare noi per impedire che questo fenomeno determini un costo sociale come quello a cui stiamo assistendo da anni. Occorre una riflessione di analisi e di proposte affinché gli investimenti nella transizione digitale ed ambientale diventino realmente uno strumento al servizio di un nuovo modo sostenibile dell’economia e del credito”, spiega Elena Aiazzi della segreteria Cgil Firenze.
I LAVORI DEL CONVEGNO
– introduzione di Paola Galgani, Segretaria generale Cgil Firenze, e Yuri Domenici, Segretario Fisac Firenze
– “Per una finanza sostenibile”, con Bruna Belmonte (Presidente ISRF LAB Fisac Cgil) e Nicola Cicala (ISRF LAB Fisac Cgil); “La finanza globale”, contributo di Marcello Minenna (Economista e DG ADM); “Per una visione europea”, intervento di Anna Maria Romano (Coordinatrice Dip. Internazionale Fisac Cgil e vicepresidente Uni Europa Finance)
– tavola rotonda con Gianna Fracassi (Vice Segretaria generale Cgil), Dario Parrini (senatore), Marcella Corsi (Economista Sapienza Università di Roma), Nino Baseotto (Segretario generale Fisac Cgil), Andrea Greco (giornalista de “La Repubblica”)
LE RIFLESSIONI NEL CONVEGNO
– Marcello Minenna, all’interno di un’analisi approfondita dello stato dell’economia e della finanza determinato in particolare dalle scelte politiche delle potenze economiche mondiali e dagli interventi di Fed e Bce, ha sottolineato come anche la liquidità immessa nel sistema mondiale dagli interventi legati alla pandemia sia finita nel circuito della finanziarizzazione, in particolare in quella collaterale gestita dai sistemi digitali.
– Annamaria Romano, vicepresidente di UniFinance, ha raccontato le tante iniziative e le proposte rivolte dal sindacato dei lavoratori della finanza alla Commissione europea ed alla Bce con la quale il sindacato dei lavoratori della finanza si confrontano, oltre agli interventi realizzati,v olti a determinare un cambiamento nella legislazione europea come quello di pretendere una sostenibilità degli investimenti finanziati non solo in ambito ambientale, o come quello di combattere il wash out dei prodotti sostenibili che si dichiarano tali ma che nei fatti non lo sono.
Nella tavola rotonda diretta dal giornalista di Repubblica Andrea Greco sono state lanciate alcune proposte al governo ed alla politica da parte della Cgil e della Fisac.
– La vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi ha detto che la Legge di Stabilità non incide su queste materie e soprattutto che i soldi destinati al lavoro ed alle pensioni sono pochi. Per gli investimenti servirebbe un fondo unico, anziché una frammentazione, dove abbiano voce anche i sindacati, con l’individuazione, per ogni progetto, di una finalità precisa con finanziamenti indirizzati realmente allo sviluppo ed alla transizione della nostra economia. La domanda che ci dobbiamo porre, per Fracassi, è: il nostro Paese attualmente è in grado di affrontare le sfide di cambiamento che ci attendono? Come nel modello tedesco serverebbe individuare un luogo dove si costruiscono degli strumenti finanziari che investano, ad esempio, in infrastrutture e opere indispensabili per un territorio, legati a fini sociali e garantiti in ultima istanza dallo Stato.
– Marcella Corsi (Università La Sapienza) ha spiegato che la pandemia ha ulteriormente aumentato le disuguaglianze, anche ed in particolare quelle di genere. Anche l’accesso ai servizi finanziari, così come le competenze, è più limitato per le donne; i progetti legati al Pnrr che stanno venendo avanti non realizzano il recupero della parità come previsto dalle linee trasversali. La proposta alla politica è di inserire nei livelli minimi essenziali garantiti dallo Stato alle persone povere e disagiate anche l’accessibilità ai servizi finanziari (esempio, i conti correnti a costo zero).
– Il segretario generale della Fisac Cgil Nino Baseotto ha detto che non esiste un sistema finanziario delle banche buono ed una finanza cattiva che sta fuori dal sistema bancario. La desertificazione delle banche sul territorio e dei servizi finanziari di base, che non avviene negli altri paesi europei, e l’utilizzo di sistemi informatici in sostituzione del fattore umano sono un segnale negativo per la comunità. L’algoritmo regola anche le offerte finanziarie che arrivano alla clientela sui canali digitali (come per altri prodotti) senza un controllo di chi e cosa si nasconde dietro tali proposte. Inoltre, ha aggiunto Baseotto, il futuro di Mps è un problema non solo per Siena ma per tutto il territorio italiano, ed è inaccettabile che il governo non convochi i sindacati, che rappresentano il 90% dei lavoratori, per discutere del futuro della banca e di coloro che vi lavorano.
– Il senatore Pd Dario Parrini ha ribadito l’importanza degli interventi legislativi di emergenza, a sostegno dell’economia e dell’occupazione, emanati durante la fase acuta della pandemia, affermando che sarebbero state utili anche maggiori finalizzazioni di alcuni sostegni alle imprese, precisando che non si può comunque andare avanti in maniera disordinata: occorrono interventi legati ad una programmazione definita, cosa che si sta tentando di fare anche nelle modifiche alla Legge di Stabilità. Relativamente a Mps, ha ribadito che a questo punto, tenuto conto dei vincoli dell’Europa, si proseguirà nel rafforzamento del bilancio della banca considerando le risorse produttive presenti anche sul territorio.