Covid e caro bollette, allarme Nidil-Slc per il settore sport

Covid e caro bollette stanno uccidendo il settore dello sport: Nidil Cgil e Slc Cgil di Firenze fanno appello alle istituzioni affinché si intervenga per salvare migliaia di posti di lavoro a rischio e garantire un diritto fondamentale della persona

Abbiamo appreso nei giorni scorsi la notizia della chiusura della palestra Klab di Prato che si aggiunge a quella recente della piscina comunale di Empoli, Acquatempra.
Ai 40 dipendenti di Acquatempra che si trovano a vivere un momento di grande incertezza per il loro futuro si aggiungono quelli di Klab Prato, circa 30, fra reception, palestra, piscina e personal trainer.
Come Nidil Cgil, la categoria della Cgil che segue i lavoratori sportivi a collaborazione e a partita iva, e Slc Cgil, che segue invece i lavoratori dipendenti afferenti al Contratto nazionale del settore, abbiamo chiesto un incontro al Presidente di Regione Eugenio Giani con delega allo Sport per esprimere la nostra grande preoccupazione per la crisi che sta attraversando il settore.
La notizia della chiusura di queste due importanti strutture sportive, infatti, è uscita sui giornali, ma temiamo che, nell’ombra, molti altri impianti ed associazioni stiano chiudendo i battenti o siano costretti a farlo nel breve periodo.
L’emergenza sanitaria che ha coinvolto tutto il mondo in questi due anni ha di fatto fermato lo sport, soprattutto quello di base rivolto a bambini, adulti ed anziani. Per lunghi mesi, infatti, palestre, piscine e impianti sportivi dedicati alle attività motorie individuali e di gruppo sono rimaste chiuse o hanno lavorato a regime estremamente ridotto per rispettare i limiti previsti dai vari decreti rispetto alla prevenzione del contagio, ma anche perché gli utenti hanno ridotto la loro presenza in questi luoghi o addirittura hanno rinunciato a rinnovare gli abbonamenti.
Gli investimenti sostenuti dalle associazioni e società sportive per adeguare gli impianti in epoca pandemica purtroppo non sono stati compensati dai sostegni arrivati da Sport e Salute, tanto meno dagli introiti derivanti dalla normale attività.
A tutto questo oggi si aggiunge il rincaro dell’energia che, tenendo conto degli scenari internazionali, temiamo non vedrà un calo nel breve periodo. Fattore, quest’ultimo, che rischia di mettere definitivamente in ginocchio il settore.
La nostra preoccupazione non riguarda soltanto i lavoratori (solo i collaboratori sportivi della Città Metropolitana di Firenze nel 2019 erano circa 2.000), ma anche tutti i cittadini che in queste strutture portano i loro figli, i familiari disabili e tutti coloro che praticando sport prevengono problemi fisici e malattie e che da un giorno all’altro si troveranno senza le loro strutture e i loro trainer di riferimento. In una società come la nostra dove si registrano livelli molto bassi di pratica sportiva rispetto ad altri paesi europei, soprattutto tra i giovani, pensiamo che sia a rischio prima di tutto il diritto alla salute delle persone. L’importanza che lo sport ricopre per la cittadinanza è stata particolarmente evidente quando la piscina comunale di Borgo San Lorenzo ha deciso di posticipare l’apertura dopo la normale pausa natalizia. La risposta degli abitanti di Borgo San Lorenzo e dei comuni limitrofi non si è fatta attendere e la loro protesta è finita sui giornali locali e sulla scrivania della Ministra dello Sport Vezzali.
Tutto questo accade proprio mentre, pochi giorni fa, il Senato ha dato il via libera alla modifica dell’art. 33 della Costituzione, prevedendo il riconoscimento del diritto allo sport, sancendo di fatto l’attività sportiva tra i diritti facenti capo alla persona umana.
Preservare questo settore ha un impatto notevole anche per le casse dello Stato. Basti pensare che nel 2019, prima della pandemia, lo sport italiano ha prodotto esternalità positive per quasi 10,1 miliardi. Di questi, circa 5,3 miliardi rappresentano il risparmio per il Sistema sanitario nazionale delle spese per la cura di alcune patologie (infarto e disturbi coronarici, cancro al seno, tumore del colon-retto, diabete di tipo 2, ecc).
Pensiamo quindi che sia assolutamente necessario attivare un confronto con le istituzioni, a tutti i livelli, per cercare, attraverso interventi mirati, di evitare quanto più possibile il fallimento di altri impianti sportivi, piscine e palestre e più in generale di salvare questo settore non solo per salvaguardare il posto di lavoro di migliaia di lavoratori ma anche per garantire l’esercizio del diritto alla salute e al benessere di tutti i cittadini di questo territorio.

Firmato: Nidil Cgil Firenze, Slc Cgil Firenze-Prato-Pistoia

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