Diritto del lavoro penitenziario, seminario Cgil-L’AltroDiritto a Firenze

“Il diritto del lavoro penitenziario – quali forme giuridiche del contratto di lavoro?”: è il seminario organizzato da L’Altro Diritto, Cgil Firenze e Cgil che si è svolto a Firenze presso il Polo delle Scienze sociali in via delle Pandette. QUI il video dei lavori

IL PROGRAMMA

– apertura lavori con Paola Galgani, Segr. Generale Cgil Firenze
– saluti: Andrea Simoncini, Direttore dei Dipartimento Scienze Giuridiche; Giuseppe Fanfani, Garante diritti dei detenuti Toscana

Prima sessione: Diritto al lavoro dei detenuti e delle detenute
Coordinatrice Denise Amerini, Area Welfare CGIL Nazionale
Interventi:
– Emilio Santoro, Direttore Adir – L’Altro Diritto – Centro di ricerca interuniversitario
– Carlo Renoldi, Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria
– Ivan Lembo, Resp. Dip. Politiche sociali della Cgil Milano
– Antonella Tuoni, direttrice Casa Circondariale Ncp Sollicciano
– Stefano Anastasia, Coordinatore nazionale garanti territoriali
– ore 12:30 chiusura lavori con Daniela Barbaresi, Segr. nazionale CGIL

Seconda sessione: il contratto di lavoro
Apertura: Elena Aiazzi Segreteria CGIL Firenze
Presentazione proposta di contratto da lavoro penitenziario: Silvio Berlingieri Resp. Uvil Cgil Firenze

TAVOLA ROTONDA
– Giuseppe Caputo, Università di Firenze, L’Altro Diritto – Centro ricerca
– Gianfranco De Gesu, Direttore generale dei detenuti e dei trattamento Dap
– Vincenzo La Monaca, Commissario Polizia penitenziaria
– Gabriella Dei Rosso, Avvocato dei lavoro e Previdenziale
– Stefano Visonà, Sostituto Procuratore Generale, Corte di Cassazione
– Pierpaolo D’ Andria, Provveditore Regionale amm. penit. Toscana/Umbria

IL QUADRO DELLA SITUAZIONE

Una delle cartine tornasole dello stato di salute di una democrazia e di una società che si definisca civile è la concezione della pena e di conseguenza l’organizzazione dei sistemi detentivi nonchè la condizione di coloro che sono in regime di restrizione della propria libertà.
La riforma del 1975 del nostro Ordinamento Giudiziario e successive modifiche si pose l’intento di introdurre un sistema incentrato su l’osservazione ed il trattamento individualizzato dei detenuti all’interno del carcere in vista del loro reinserimento sociale, nel quale l’istruzione, la formazione professionale e lo svolgimento di attività lavorative sono centrali sempre nell’ambito della applicazione della pena e della presa di coscienza del danno fatto alle persone ed alla collettività.
Da questo assunto e dal confronto con la realtà della condizione delle carceri cittadine come Camera del Lavoro di Firenze, grazie anche alla collaborazione con il Garante dei detenuti della Città Metropolitana di Firenze e con l’Associazione L’Altro Diritto, denunciamo da tempo una situazione a dir poco indecorosa di un ambiente degradato con forti carenze strutturali. Durante l’ultima ispezione di Antigone del 27/4/2021su Sollicciano è emerso un tasso di affollamento del 145% per cento (oltre la media nazionale del 107%), con circa 689 atti di autolesionismo, 1 suicidio e 41 tentati suicidi (anno 2020) per non parlare degli atti di aggressione tra detenuti e nei confronti della Polizia penitenziaria. Naturalmente con un numero di poliziotti, educatori e addetti molto inferiore a quanto previsto. Ci siamo concentrati in particolare sul tema dello svolgimento lavorativo come previsto anche dagli artt. 20 e seguenti e, oltre a denunciare l’enorme evidente difficoltà nel consentire a tutti i detenuti di svolgere regolarmente tale attività, ci siamo resi conto che a monte esistono dei vuoti, o per meglio dire degli “sbagli normativi” che negano di fatto quello che è uno dei principi fondanti e cioè che il lavoro non ha carattere afflittivo ma è remunerato e che dovrebbe, per organizzazione e regole giuridiche, avvicinarsi il più possibile alle normali condizioni del lavoro libero rispettandone i diritti come quelli previdenziali e assistenziali. Ne è un esempio l’indennità di disoccupazione non contemplata dalle indicazioni dell’INPS. Per questo abbiamo deciso di chiamare in giudizio l’Istituto a tutela di un detenuto a cui era stata negata tale indennità. Lo scorso 5 maggio il Giudice ha condannato l’Inps di Firenze a pagargli l’indennità poichè l’interpretazione dello stesso Istituto risulta ingiustificata e si pone in palese contrasto con l’art.35 della nostra Costituzione.
In realtà il vero problema per noi è che non vi è alcuna chiarezza sul tipo di rapporto di lavoro applicato ai detenuti. Per questo abbiamo deciso come CGIL Nazionale, CGIL di Firenze (Uff.Vertenze) e Altro Diritto di elaborare e proporre pubblicamente un nostro modello di contratto tipo in modo da rendere esigibile e trasparente tutto ciò che riguarda il rapporto di lavoro ed i diritti ad esso correlati, presentandolo ai maggiori referenti dell’Amministrazione Penitenziaria, con la presenza di illustri esperti e operatori in materia

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