La vertenza del Cementificio Testi: il 13 ottobre iniziativa Fillea a Greve

349 giorni di presidio permanente. 50 lavoratori su 75 ricollocati. Una prospettiva di riconversione ecologica del sito. La vertenza del Cementificio Testi di Greve in Chianti può essere “un modello di gestione di una crisi, con sindacato, territorio e istituzioni a collaborare per difendere occupazione e ambiente”, dice la Fillea Cgil Firenze che per domani giovedì 13 ottobre organizza sul tema una iniziativa con sindaci, Regione (Valerio Fabiani), il consigliere regionale Pescini e il segretario nazionale Genovesi (ore 17, Casa del popolo di Greve in Chianti, prevista la diretta Facebook dell’evento sulla pagina Cgil Firenze)

IL VOLANTINO

“La forza della dignità: i 349 giorni di lotta e impegno dei lavoratori di Testi. Quale esperienza per la Fillea Cgil, per la contrattazione e per il territorio?”: è il titolo dell’iniziativa, organizzata da Fillea Cgil Firenze, in programma domani giovedì 13 ottobre alle 17 presso la Casa del popolo di Greve in Chianti (Fi) in via Cini 5 (prevista la diretta Facebook dell’evento sulla pagina Cgil Firenze).
Il programma: introduzione di Marco Carletti (segretario generale Fillea Cgil Firenze); tavola rotonda (coordinata da Matteo Pucci, direttore del Gazzettino del Chianti) con Valerio Fabiani (Consigliere politico del Presidente della Giunta regionale toscana), Paolo Sottani (sindaco di Greve in Chianti), Paola Galgani (segretaria generale Cgil Firenze), Roberto Ciappi (sindaco di San Casciano val di Pesa), Massimiliano Pescini (consigliere regionale Toscana); conclusioni di Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea Cgil nazionale.
“La vicenda del cementificio Testi rappresenta un esempio di lotta dei lavoratori e di un intero territorio, a partire dalle sue istituzioni e dalla sua classe politica, per difendere occupazione e industria: non è stato possibile evitare la chiusura dello stabilimento, ma la mobilitazione ha portato risultati nella tutela degli operai e ha aperto nuove prospettive sulla destinazione del sito – dice Marco Carletti, segretario generale Fillea Cgil Firenze -. Una modalità da prendere a modello di gestione di una crisi, dove hanno collaborato lavoratori, sindacato, istituzioni, territorio, politica e anche la parte aziendale che, al di là delle scelte industriali che pure abbiamo contestato duramente, ha mostrato disponibilità a trovare soluzioni, non è scappata come altri. Le crisi vanno gestite, è l’unica strada per far sì che facciano meno male, bisogna avere la forza di saper abbinare lotta e contrattazione. Ora arriva la seconda parte, anch’essa difficile: la riconversione ecologica del sito, una operazione dovuta a tutto il Chianti, occorre quindi accelerare sulla trasformazione dell’area annunciata dalla Regione e da Buzzi Unicem”.

LA VICENDA

Il 13 ottobre 2020 i lavoratori del cementificio di Testi (75 diretti, un centinaio con l’indotto), a Greve in Chianti, hanno iniziato un presidio permanente davanti allo stabilimento, al Passo dei Pecorai, in protesta con la proprietà Buzzi Unicem denunciandone il disimpegno sul sito e il rischio chiusura. Non a caso, nel febbraio del 2021 Buzzi Unicem ha annunciato la chiusura del cementificio di Testi, con l’attivazione degli ammortizzatori sociali. Nel giugno del 2021, azienda e sindacati hanno siglato un accordo per dare tutele ai lavoratori, dai ricollocamenti agli incentivi all’esodo. Ad agosto 2021, nel Chianti è stato firmato un protocollo istituzioni-sindacati-categorie per ricollocare sul territorio i lavoratori (del cementificio Testi ma non solo) rimasti senza impiego, con l’obiettivo di creare patto per il lavoro nel bacino. A novembre 2021, è stato sottoscritto il protocollo per la riconversione e la riqualificazione dell’area di Testi Cementi tra Regione e i Comuni di Greve in Chianti e San Casciano Val di Pesa, con lo scopo di portare alla riconversione industriale e alla trasformazione dell’area in un polo produttivo per la bio-economia e per l’economia circolare. A giugno 2022, quando 42 addetti erano già stati ricollocati o mandati in pensione, sempre i sindacati hanno firmato il primo accordo di transizione occupazionale con Arti-Regione: altri 12 mesi di Cassa integrazione per i circa 30 lavoratori rimasti, insieme a corsi di formazione, riqualificazione, orientamento, autoimprenditorialità. Ad ora, circa 25 lavoratori non sono stati ricollocati ma una decina di loro attraverso gli scivoli previsti sono vicini alla pensione. Sono invece una cinquantina i lavoratori ricollocati: una ventina in altri siti del gruppo, gli altri tra aziende del territorio e pensionamenti. Il presidio permanente è durato 349 giorni, in cui il territorio, il sindacato e le istituzioni non hanno mai lasciato soli i lavoratori nella lotta, offrendo grande solidarietà in tutti i modi, da portare ai manifestanti generi alimentari fino a organizzare iniziative in loco.

Pulsante per tornare all'inizio