Rider morto sul lavoro a Firenze, sciopero e presidio in S.Ambrogio
Rider morto sul lavoro a Firenze, oggi lo sciopero e il presidio Cgil in piazza Sant’Ambrogio: “Da qui parte un messaggio forte: basta col cottimo, basta col morire per una consegna. Non si può andare avanti così. Grazie ai tanti rider che hanno scioperato rischiando in proprio. Senza risposte, siamo pronti a nuove mobilitazioni. La lotta non finisce qui”
Lavoratori/e, sindacalisti/e, politici, esponenti delle istituzioni, cittadini /e: tanta gente con tanti rider questo pomeriggio al presidio indetto dalla Cgil (e le sue categorie Filcams, Filt e Nidil) in piazza Sant’Ambrogio a Firenze, in occasione dello sciopero dei rider proclamato dal sindacato dopo la recente morte sul lavoro di Sebastian Galassi in città. Lo sciopero (buona l’adesione, stando ai primi, parziali riscontri) ha riguardato i rider fiorentini delle società aderenti ad Assodelivery (Glovo, Deliveroo, Uber) ma anche quelli inquadrati come dipendenti nel comparto logistica (Just Eat e Runner Pizza), in solidarietà con i colleghi. Per tutti, l’esigenza di richiamare l’attenzione alla salute e sicurezza in un settore molto esposto ai rischi. In occasione della manifestazione di oggi a Firenze, sono partite iniziative di protesta e sensibilizzazione anche in altre città come Milano, Torino, Perugia, Roma. In piazza Sant’Ambrogio diversi rider dal sagrato hanno preso parola per raccontare le loro storie.
Ha detto la Cgil (con le sue categorie Filcams, Filt e Nidil): “C’era bisogno di un momento di lutto e cordoglio, quanto successo è inaccettabile. Ringraziamo i tanti rider che hanno scioperato rischiando in proprio. Da Firenze il messaggio che parte oggi è forte: basta cottimo, basta morire per una consegna. Non si può andare avanti così. Chiediamo alle società aderenti ad Assodelivery di assumersi le proprie responsabilità, di riaprire i tavoli di confronto col sindacato e di garantire piene tutele ai propri rider, a partire da un modello retributivo che superi la paga a cottimo e assicuri un corretto inquadramento contrattuale, così come sancito dalle sentenze che in questi mesi sono state emesse da più Tribunali. Lavoratori e lavoratrici del settore delivery hanno bisogno di tutele, diritti, paghe decenti, sicurezza sul lavoro, in antitesi a un modello che spinge a correre per consegnare e guadagnare di più. E’ l’ora di risposte vere, senza le quali siamo pronti a mobilitarci come già fatto in passato. Chiediamo anche alla politica di fare la propria parte. La lotta non finisce qui”. Dopo il presidio di oggi, si è svolta una assemblea della Cgil coi rider intervenuti.