Uffizi chiusi il 31 ottobre, la Fp: “Urgono assunzioni”

Mancata apertura Uffizi il 31 ottobre, la Fp Cgil Firenze: “Senza addetti non si garantiscono aperture, serve un piano di assunzioni straordinario che dia risposte in termini strutturali a supporto dell’offerta di fruizione del nostro patrimonio culturale, e che recuperi i posti di lavoro persi negli anni”

Non più tardi di 7 mesi fa avevamo denunciato con numeri alla mano la situazione drammatica in cui versano gli istituti della cultura nella nostra città.
Oggi assistiamo all’ennesima polemica sulla mancata apertura delle gallerie degli Uffizi lo scorso 31 ottobre. Ma qualcuno i numeri degli addetti li ha davvero visti?
Nello scorso marzo, dicevamo, i numeri erano i seguenti: le gallerie degli Uffizi registravano una riduzione degli addetti pari allo -17% (meno di 66 addetti, passando da 381 a 315). I numeri proprio perché tali non possono e non debbono essere interpretati, i numeri dicono che senza addetti non è più possibile garantire tutte le aperture che il museo garantisce quasi 365 giorni all’anno. Questi numeri nascondono la perdita di professionalità nella gestione diretta dei beni culturali, e il crescente ricorso al lavoro precario non garantisce più la ‘stampella’ alla quale il Mic si è appoggiato per troppo tempo in questi anni.
Serve un piano di assunzioni straordinario che dia risposte in termini strutturali a supporto dell’offerta di fruizione del nostro patrimonio culturale, e che recuperi i posti di lavoro persi negli anni.

Firmato: Mirella Dato Fp Cgil Firenze

Uffizi: Cgil-Cisl-Uil a Sangiuliano, priorità crisi occupazione

“A fronte delle prime dichiarazioni programmatiche della nuova dirigenza politica del ministero della Cultura vogliamo replicare che, a nostro avviso, bisognerebbe partire dalle priorità dettate dalla grave crisi organizzativa che attraversa in modo strutturale tutti i cicli lavorativi interni di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Non ci pare sufficiente in questo senso intervenire su chiusure dei musei, quando il problema, a nostro avviso è la gravissima crisi occupazionale esistente nel ministero, che ha ridotto della metà il personale interno ed aumentato a dismisura il ricorso alle esternalizzazioni produttive utilizzate come strumento principe per affrontare le emergenze”. Così i coordinatori nazionali del ministero della Cultura di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, Claudio Meloni, Giuseppe Nolè, Valentina Di Stefano e Federico Trastulli, commentano in una nota le dichiarazioni del ministro Gennaro Sangiuliano. “Non basta determinare un rapporto tra i livelli di fruizione del patrimonio culturale e l’aumento del Pil quando ancora non c’è un livello sufficiente di fruizione del patrimonio diffuso, e non solo dei siti a grande attrattività turistica, che continua a scontare insufficienti risorse e mancanza di adeguate infrastrutture, e quando si sconta un declino apparentemente inarrestabile dei settori dedicati alla tutela ed alla conservazione del patrimonio culturale, che sono e rimangono i veri motori della fruizione”, proseguono. “Queste – specificano – sono le priorità che a nostro avviso vanno affrontate da subito, in un contesto in cui comunque, grazie agli accordi di produttività troppo spesso ostacolati dagli organi di controllo, si garantiscono gli orari di apertura dei luoghi della cultura più ampi a livello internazionale. Occorre, vale la pena di ribadirlo, un piano di assunzioni straordinarie che si ponga l’obiettivo della piena occupazione, una revisione dei fabbisogni professionali che consenta alle organizzazioni degli uffici di camminare sulle proprie gambe, rafforzare la capacità amministrativa di spesa, che registra livelli desolanti rispetto agli investimenti previsti, individuare controlli qualitativi sulla spesa, attualmente inesistenti, intervenire con meccanismi regolatori del mercato del lavoro connesso ai beni culturali, combattendo precarietà, sfruttamento e dumping salariale”. (ANSA).

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