Partite Iva, arriva l’Equo compenso. Per Nidil Firenze “occasione sprecata”

Equo compenso per le Partite Iva, oggi entra in vigore la nuova legge. A Firenze interessati 40mila professionisti/e. Nidil Cgil: “Norma non sufficiente né equa, un’occasione sprecata, si rischia che i più fragili restino senza tutele”

Oggi entra in vigore la legge sull’equo compenso per le Partite Iva. Anche per i circa 40mila professionisti fiorentini la nuova legge sull’equo compenso sarà un’occasione sprecata.

Eppure c’è un grande bisogno di determinare un giusto compenso soprattutto per i professionisti privi di un ordine professionale che a Firenze sono circa 10mila con redditi medi di 15mila euro annui, talvolta pagati meno di quanto viene retribuito un dipendente a parità di attività. Lo stesso reddito medio lo registriamo per la fascia più giovane dei professionisti iscritti ad ordini e collegi che faticano nella fase di avvio dell’attività e magari vengono sfruttati negli studi professionali.

Lo scopo della legge è consentire una forma di tutela del professionista nei confronti di committenti che dispongono di notevole potere contrattuale, ma si applicherà  solo per attività svolte nei confronti della Pubblica Amministrazione, delle grandi imprese con almeno 50 dipendenti o 10 milioni di fatturato, delle imprese bancarie a assicurative.

E’ considerato equo il compenso che rispetta il requisito della proporzionalità alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale e della conformità ai parametri tariffari. Per le professioni ordinistiche (avvocati, medici ingeneri architetti), i parametri sono già in vigore ma risalgono a oltre 10 anni fa (con unica accezione degli avvocati). Mentre proprio per chi non ha un Ordine professionale (docenti, guide turistiche, grafici, ecc. ) le tariffe minime andranno provate con un decreto del Ministero delle imprese entro 2 mesi, con il timore che proprio i professionisti più fragili rimangano senza tutele invece che affermare pari diritti.

In presenza di un compenso non equo il giudice potrà rideterminare il compenso e rendere nulle alcune clausole contrattuali vessatorie per il professionista.

“E un’ occasione sprecata per un vero intervento a favore dei professionisti. Infatti la nuova disposizione si applicherà poche realtà sul territorio fiorentino, tradizionalmente composto di piccole e medie imprese. Si lasciano senza compensi equi la maggior parte dei lavoratori autonomi – spiega Teresa Tranchina, avvocato, membro della segreteria di Nidil Cgil Firenze con delega a  lavoro autonomo -. E’ una norma non sufficiente e non equa che inoltre sanziona direttamente gli iscritti a ordini professionali che accettano compensi inferiori ai minimi, senza considerare che è il lavoratore la parte debole del rapporto. Grave anche l’esclusione dei Sindacati e di moltissime associazioni di lavoratori non ordinistici negli organi deputati a vigilare sull’applicazione dell’equo compenso”.

Pulsante per tornare all'inizio