Una marea da Firenze alla manifestazione Cgil-Cisl-Uil a Bologna
Sono state trentamila (oltre 7mila dalla Toscana) le persone presenti in piazza Maggiore, a Bologna, alla manifestazione organizzata dai sindacati confederali in protesta contro le politiche sul lavoro e sociali del governo guidato da Giorgia Meloni. Sia piazza Maggiore che piazza del Nettuno sono piene di persone con striscioni e bandiere.
Il numero è stato annunciato dagli organizzatori sul palco ed è stato confermato anche dalla Questura di Bologna.
Sul palco si sono alternati i segretari delle tre sigle confederali, Pierpaolo Bombardieri (Uil), Luigi Sbarra (Cisl) e Maurizio Landini (Cgil). In piazza molti esponenti dei partiti di centrosinistra, fra i quali Elly Schlein e Nicola Fratoianni.
“Ci siamo stufati della propaganda e di chi pensa di trasformare Palazzo Chigi in Beautiful”. Lo ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini. “Abbiamo bisogno del rispetto delle organizzazioni sindacali – ha aggiunto Landini – oggi qui Cgil, Cisl e Uil stanno dimostrando che la maggioranza del Paese, dei pensionati la maggioranza di chi paga le tasse e chi tiene in piedi questo Paese è con i sindacati”.
“Nell’era del digitale se vogliono il controllo e l’intreccio delle banche dati sul fisco lo possono fare quando vogliono. Non esiste che non si affronti questo tema nell’era dell’intelligenza artificiale”.
“Non voler affrontare la riforma del fisco è una chiara volontà politica”, ha aggiunto Landini, che ha poi spiegato che “negli Usa stanno varando un piano pubblico di investimenti senza precedenti. C’è bisogno di un indirizzo pubblico che indichi una direzione. Noi oggi non abbiamo qualche punto di diversità delle cose che fa il governo, ma è sbagliata tutta la politica economica e sociale che il governo mette in piedi”.
Maurizio Landini ha aggiunto: “Noi non rinunciamo ai nostri obiettivi, con questa piazza che non si vedeva da tempo ed è un messaggio forte. Siamo noi la maggioranza di questo Paese e non ci fermeremo. La domanda che arriva dai lavoratori è di non fermarci finché non portiamo a casa i risultati che stiamo chiedendo. Per questo saremo a Milano e a Napoli, perché diversamente dal governo non vogliamo dividere il Paese ma unirlo, abbiamo bisogno di unire il mondo del lavoro”