Sciopero servizi museali Firenze, incontro sindacati-assessora
Servizi museali di Firenze: i lavoratori incontrano l’Assessora al Lavoro del Comune di Firenze Benedetta Albanese, che sarà presente alle iniziative per lo sciopero di sabato 1° luglio. Filcams-Cgil e UilTucs: “Assurdo che nei musei tra i più importanti al mondo si tenda a precarizzare il lavoro”
Stamani una delegazione di Filcams e UilTucs ha incontrato l’Assessora al Lavoro del Comune di Firenze Benedetta Albanese per parlare della vertenza di Opera Laboratori fiorentini, impresa che gestisce i servizi museali di, tra gli altri, Gallerie degli Uffizi, Musei della Toscana e Opificio delle Pietre Dure.
L’Assessora Albanese ha portato la solidarietà di tutta la giunta del Comune di Firenze ai circa 250 lavoratrici e lavoratori coinvolti, condividendone la preoccupazione per il bando con cui sono stati messi a gara i servizi museali della città di Firenze lo scorso maggio. Un bando che di fatto non garantisce né gli attuali livelli occupazionali, né il mantenimento delle condizioni lavorative e contrattuali.
L’Assessora Albanese ha anche garantito la propria partecipazione, a nome della giunta comunale di Firenze, alle iniziative in occasione dello sciopero del 1° luglio e si è detta disponibile a farsi da portavoce presso il ministero della Cultura Gennaro Sangiuliano delle rivendicazioni delle lavoratrici e dei lavoratori di Opera.
“Abbiamo ribadito all’Assessora Benedetta Albanese, che ringraziamo per la disponibilità dimostrata, quanto sia inaccettabile che nei musei tra i più importanti al mondo si tenda a precarizzare il lavoro, senza nessuna garanzia per quanto riguarda le condizioni di lavoro, né i livelli occupazionali – dicono Filcams e UilTucs – Per questo abbiamo deciso di scioperare sabato 1° luglio. Ci rammarichiamo dello spostamento dello sciopero dal 24 giugno al 1° luglio, perché il comitato dei garanti ha assimilato le mansioni dei lavoratori come appartenenti servizi pubblici essenziali: non lo condividiamo ma con senso di responsabilità abbiamo deciso di spostare la protesta. Anche perché troviamo assurdo che i lavoratori siano considerato come servizi essenziali solo quando si tratta di sciopero, ma non quando si tratta di garantire i livelli occupazionali e retribuitivi”.