Aumento rate mutui, allarme Cgil e Fisac Firenze

Finanziamenti al 13,65%, rate mutui a tasso variabile +75% in un anno: la Fisac Cgil e la Cgil di Firenze lanciano l’allarme per le ricadute delle politiche monetarie sul territorio fiorentino

 

La Banca Centrale Europea il prossimo 27 luglio probabilmente aumenterà per la settima volta in un anno solare i tassi, portando il costo del denaro al 4,25%, con un aumento del 4% secco in poco più di 12 mesi. Queste scelte peseranno sul 37% di famiglie che hanno sottoscritto mutui a tasso variabile, le cui rate sono aumentate in un solo anno di centinaia di euro al mese. Molte famiglie sono già in ginocchio e costrette a rinunciare non soltanto alle ferie ma anche a spese necessarie.

“Basta guardarsi intorno in città – afferma il segretario generale della Fisac Cgil di Firenze Yuri Domenici -, pochi i fiorentini in ferie e, con un’inflazione che in città nel mese di giugno è ancora al 7,6%, con tante famiglie fanno fatica a fare la spesa”.

L’ISTAT ci dice che sono ancora in aumento pane e cereali (+1,0% su base mensile, +11,5% su base annuale), gli oli e grassi (+3,5% in un mese, +15,2% in un anno), la frutta (+5,4% su base mensile, +9,9% su base annuale), i vegetali (+3,1% rispetto al mese precedente, +15,0% in un anno) e caffè, tè e cacao (+2,6% rispetto a maggio 2023, +9,9% su base annuale).

Aumenta pure l’attenzione da parte delle famiglie ai consumi energetici, a partire dall’aria condizionata nonostante il caldo di questi giorni.

“Quello che preoccupa – prosegue Domenici – sono pure i tassi che le finanziarie applicano sui piccoli prestiti per comprare ad esempio un elettrodomestico: a fine mese saranno ben al di sopra del 13%. Il rischio che le persone più in difficoltà possano cadere nelle mani di usurai senza scrupoli è sempre più concreto con effetti dirompenti in termini di legalità sul territorio”.

“Cosa aspetta il governo a trovare un accordo con le banche sui mutui a tasso variabile?”, si chiede Elena Aiazzi, Segretaria CGIL Firenze. Che aggiunge: “Era stato promesso un intervento radicale per bocca del vice premier Matteo Salvini appena due settimane fa, ma ad oggi nessuna novità. Nel frattempo gli istituti di credito aumentano i profitti senza nemmeno retrocedere la giusta percentuale di interesse nei confronti dei depositi bancari”.

Una situazione inverosimile, per il sindacato, in cui questo governo permette a queste imprese di fare extra profitti senza chiedere contemporaneamente un’adeguata tassazione, fondamentale ad evitare i tagli a scuola e sanità.

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