Turismo, Cgil e Filcams alle controparti: “Rinnovare i contratti”
“Bene che si apra una dialettica, ora nel turismo occorrono impegni per i rinnovi contrattuali e per regolare il sistema degli appalti”: così Cgil-Filcams Firenze e Filcams Toscana replicano a Confcommercio e Federalberghi sullo studio Format Research sul mondo del lavoro
Cgil Firenze, Filcams Cgil Firenze e Filcams Cgil Toscana commentano così lo studio Format Research per Confcommercio Toscana sul mondo del lavoro e le dichiarazioni dei rappresentanti di Confcommercio e Federalberghi: “E’ positivo che si apra una discussione su questi temi e rivendichiamo il fatto che, dopo tante denunce e iniziative di lotta, compaia una dialettica. Condividiamo il fatto che le associazioni datoriali del settore parlino di rifarsi ai contratti collettivi di lavoro, di una battaglia comune sulla rappresentanza e di una conseguente, possibile lotta ai contratti pirata. Auspichiamo percorsi comuni per gli obiettivi comuni e chiediamo quindi alle controparti un impegno a rinnovare i contratti del settore scaduti da 5 anni (turismo), 4 anni (commercio) e 2 anni (pubblici esercizi). E’ poi fondamentale che si arrivi a regolare il sistema degli appalti, che attualmente fa dumping contrattuale e alimenta la precarietà e la povertà. Sarebbe opportuno anche un impegno a contrastare il dilagare del fenomeno degli affitti brevi: occorre riqualificare l’offerta turistica e del lavoro in maniera sistemica e coerente. Noi siamo e restiamo in campo con azioni di confronto, denuncia, lotta e proposta”.
LO STUDIO
Lavoro: Confcommercio, in Toscana più precarietà e stipendi bassi
I numeri dell’occupazione in Toscana nel 2022 hanno colmato il gap rispetto ai livelli pandemici: tuttavia la quota di lavoratori assunti con contratti a termine o in somministrazione, in molti settori (come il turismo), “resta elevata in tutta la regione, un elemento che nel territorio fiorentino si configura come un fattore di accresciuta precarietà rispetto ad altre aree”. È l’analisi di Format research per Confcommercio Toscana sul mondo del lavoro. Secondo il report, si legge in una nota, “nonostante il miglioramento delle aspettative rilevato in seguito al periodo pandemico, permane un certo livello di stagnazione nella fiducia delle imprese e di instabilità in quella dei consumatori”. Un altro fatto che incide “negativamente sulla predisposizione all’utilizzo di forme contrattuali stabili è il cuneo fiscale. È soprattutto la composizione del cuneo fiscale a mostrare quanto la tassazione gravi sulle imprese”. Infine, è ancora spiegato, “dal lato delle retribuzioni, gioverebbe una razionalizzazione e revisione dei contratti collettivi di lavoro”. “Non è colpa del turismo se in città come Firenze cresce di più la quota di lavoratori assunti con contratti a termine o in somministrazione – spiega il presidente di Confcommercio Toscana Aldo Cursano -. Sul fronte delle retribuzioni serve rimettere al centro la contrattazione collettiva portata avanti dalle sigle veramente rappresentative del mondo datoriale e dei sindacati dei lavoratori”. Secondo il direttore generale di Confcommercio Toscana Franco Marinoni “il lavoro in regione si sta impoverendo. Ovvero cresce all’insegna della precarietà, dell’instabilità e di stipendi spesso troppo bassi”. Daniele Barbetti, presidente di Federalberghi Toscana, osserva che “la stagionalità non è una colpa” ma “una caratteristica strutturale del nostro settore”. La soluzione di Confcommercio per combattere il precariato è “recuperare tutti quei gap infrastrutturali e non solo che stanno rallentando la corsa del nostro Paese”. Ed è “sottostimato l’impatto del welfare aziendale nella costruzione del benessere dei dipendenti”. (ANSA).