Lavoro e legalità nella Piana, la manifestazione Cgil a Sesto

Lavoro e legalità nella Piana fiorentina, un migliaio di persone stamani alla manifestazione Cgil a Sesto Fiorentino “contro i licenziamenti, la precarietà, lo sfruttamento”. Bernardo Marasco e Elena Aiazzi: “Su questo territorio tira una brutta aria, oggi lanciamo un allarme: serve un nuovo modello di sviluppo fondato sul lavoro. Il Governo sulle crisi gioca a nascondino, oggi l’antipasto dello sciopero generale contro la Manovra”.

Sono intervenuti sindaci, lavoratori e lavoratrici (delle vertenze territoriali Electro System, ex Gkn, Cartonificio, appalti Mondo Convenienza, c’è stata anche la testimonianza di un operaio straniero “liberato” dallo sfruttamento)

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IL VIDEO

Un migliaio di persone stamani a Sesto Fiorentino alla manifestazione Cgil “La Piana unita per la legalità e il lavoro”. Una manifestazione “contro i licenziamenti, la precarietà, lo sfruttamento. Sulla Piana fiorentina tira una brutta aria, vogliamo un nuovo modello di sviluppo fondato sul lavoro”.

Il corteo è partito davanti al Cartonificio Fiorentino per concludersi in piazza Vittorio Veneto. Qui si sono tenuti gli interventi di delegati, delegate, lavoratori e lavoratrici delle aziende della Piana fiorentina come Electro System, Qf-ex Gkn, appalti Mondo convenienza, Cartonificio Fiorentino (a cui si è aggiunta la testimonianza di un lavoratore straniero “liberato” dallo sfruttamento sul lavoro). A questi interventi sono seguiti quelli dei sindaci di Campi Bisenzio Andrea Tagliaferri, di Calenzano Riccardo Prestini e di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, oltre a Valerio Fabiani (consigliere del presidente della giunta regionale per le crisi).

Le conclusioni sono state affidate al segretario generale di Cgil Firenze Bernardo Marasco, che ha detto: “Siamo qui, insieme alle realtà del lavoro nella Piana, per lanciare un allarme: in questo territorio ci sono scricchiolii sul tessuto industriale ma senza industria non c’è qualità del lavoro e qualità sociale. La Piana è il cuore fondamentale del tessuto industriale del territorio: no alla rassegnazione, no alla deindustrializzazione, non possiamo permettercelo. Vogliamo salvaguardare il lavoro, i posti di lavoro e il lavoro di qualità, ogni posto di lavoro perso porta un dramma sociale e un sapere, una conoscenza che scompaiono. E vogliamo combattere lo sfruttamento lavorativo: dobbiamo essere inflessibili su questo, non deve diventare un cancro che poi divora il territorio. Ringraziamo le istituzioni che ci hanno manifestato vicinanza, ed è inaccettabile che il Governo non faccia nulla contro la dequalificazione del lavoro e giochi a nascondino. La piazza di oggi è l’antipasto dello sciopero generale contro la manovra che faremo a novembre, su parole chiave come lavoro, pace e antifascismo

Ha aggiunto Elena Aiazzi (segreteria Cgil Firenze, responsabile Cgil Piana): “Non ci piace l’aria che tira in questo territorio, tra nuove e vecchie crisi e aumenti di cassa integrazione. Vogliamo lanciare un appello al governo che si sta nascondendo e sta negando riforme su temi sociali come quelle su salario minimo e rappresentanza. Ringraziamo i sindaci e la Regione e li invitiamo a continuare a lottare al nostro fianco. Alla classe imprenditoriale, ai dirigenti delle multinazionali senza scrupoli diciamo che non ci siamo arresi e non ci arrenderemo, continuando a lottare uniti per la legalità e per il lavoro”.

LA PIATTAFORMA

Sulla Piana fiorentina tira una brutta aria: tra vecchie e nuove vertenze, chiusure, delocalizzazioni e nuove casse integrazioni stiamo assistendo ad un peggioramento della condizione occupazionale che non ci piace per niente. Da tempo denunciamo, anche a livello nazionale, che la mancata centralità del valore lavoro nel governo delle politiche pubbliche e di investimento, e il libero predominio della rendita e della finanza sull’economia reale, stanno producendo mostri e crisi le cui conseguenze ricadono troppo spesso sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori.

L’ECONOMIA

Nella Piana fiorentina sono insediate circa il 24% delle imprese presenti in Toscana, che producono quasi un terzo del Pil regionale (a fronte di una popolazione del 20%). Solo a Sesto Fiorentino risultano circa 4.467 imprese (di cui circa 1.000 nella sola manifattura e oltre 1.200 nel commercio) con 22.753 addetti. Gli avviamenti sui comuni di Sesto, Campi e Calenzano nel 2022 sono stati circa 28.500 (di cui oltre il 70% precari/a termine), in aumento comunque rispetto al 2021, mentre le iscrizioni alla disoccupazione nel 2022 sono state 4.515, in aumento rispetto all’anno precedente del 15%.  Oggi, l’ennesima crisi, scatenata questa volta dalle forti tensioni internazionali, si abbatte come sempre su un sistema economico fragile, formato da piccole medie imprese spesso indebitate che investono poco in innovazione e che scaricano sui lavoratori le proprie debolezze o incapacità, in un mondo del lavoro precario e frammentato. Tutto ciò rischia di travolgerci e di dividerci ancora di più creando altri drammi umani e familiari.

LE VERTENZE E LO SFRUTTAMENTO

La sorte incerta degli oltre 80 lavoratori del Cartonificio Fiorentino, i somministrati a rischio alla Electro System di Campi Bisenzio, il licenziamento dei 185 lavoratori della ex Gkn-QF, ed un aumento diffuso della cassa integrazione per il calo degli ordini internazionali in alcuni settori come quello della filiera della moda, sono solo alcune delle criticità che da più o meno tempo stiamo affrontando sul territorio. Per non parlare dell’emergere di situazioni di sfruttamento e illegalità sulle quali siamo intervenuti, sia ripristinando il dovuto legittimo percorso sindacale (come nel percorso di passaggio al contratto della logistica dei lavoratori della RL2 e nella difesa delle condizioni degli altri appalti di Mondo Convenienza), sia sostenendo quelle piccole imprese di subappalti della moda dove abbiamo aiutato i lavoratori a denunciare e a ritrovare un nuovo lavoro in condizioni di rispetto e dignità.

Firmato: Cgil Firenze

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