Blocco risarcimenti stragi nazifasciste, l’iniziativa a Firenze

Questa sera si è svolto un incontro al Teatro dell’Affratellamento di Firenze per contrastare l’azione dilatoria e oppositiva dell’Avvocatura dello Stato che ha bloccato i risarcimenti a favore delle vittime delle stragi nazifasciste, sanciti dal Tribunale di Firenze.
Comuni del Chianti fiorentino, Cgil-Cisl-Uil, sezioni Anpi: “Vogliamo giustizia. Continuiamo ad affiancare i familiari delle vittime in questa assurda battaglia, inaccettabile e ingiustificata, dichiarata dallo Stato a se stesso”

La Memoria non si tocca, la Storia non si cambia, il dolore di chi ha perso i propri cari non si cancella! La voce dei comuni toscani, colpiti dalle stragi nazifasciste, continua ad alzarsi contro chi si oppone alla verità della sofferenza subita, a difesa delle cittadine e dei cittadini e dei familiari delle vittime degli eccidi nazifascisti. Questa sera il Teatro dell’Affratellamento di Firenze ha ospitato l’incontro pubblico “Stragi nazifasciste: vogliamo giustizia”, promosso e organizzato dai firmatari della Carta antifascista, sottoscritta tre anni fa dai Comuni di area Chianti fiorentina (Bagno a Ripoli, Barberino Tavarnelle, Greve in Chianti, Impruneta e San Casciano Val di Pesa), le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil del Chianti e le sezioni Anpi di Bagno a Ripoli, Barberino Tavarnelle, Impruneta e Mercatale.
Una nuova occasione, condivisa e sostenuta dal neonato coordinamento della rete istituzionale, teatro di stragi compiute dal Terzo Reich nell’estate del 1944, finalizzata ad evidenziare l’atteggiamento ostile e contrastare il muro che l’Avvocatura dello Stato ha alzato opponendosi alle sentenze, tra le prime italiane, emesse dalla giudice Susanna Zanda rispetto alle vicende storiche della strage di Pratale e del massacro di Egidio Gimignani di San Donato in Poggio, consumate per mano nazifascista nell’estate del ’44 nel territorio comunale di Barberino Tavarnelle.
L’Avvocatura dello Stato, organo che agisce per conto della Presidenza del Consiglio e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha bloccato di fatto l’iter giudiziario su cui si era espresso il Tribunale di Firenze che aveva disposto il risarcimento dei danni a favore di Mirella Lotti, figlia di Giuliano e nipote di Carlo, entrambi fucilati a colpi di mitraglie a Pratale, e di Katia e Sergio Poneti, nipoti di Egidio Gimignani.
Nella stessa sede, lo scorso novembre, accogliendo le istanze avanzate dai familiari, curate dai legali fiorentini, gli avvocati Iacopo Casetti e Vittoria Hayun, la giudice Zanda aveva accertato e dichiarato la responsabilità delle forze armate tedesche del Terzo Reich sia per il crimine contro l’umanità perpetrato con l’uccisione di 12 civili nella radura di Pratale sia per il crimine di guerra perpetrato con torture e uccisione nei confronti di Egidio Gimignani a San Donato in Poggio il 20 giugno 1944.
All’incontro di questa sera hanno preso parte il senatore Dario Parrini, il sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli, il sindaco di Stazzema Maurizio Verona, l’ex magistrato Beniamino Deidda, il referente Anpi Barberino Tavarnelle Adelmo Franceschini, la responsabile della Cgil Chianti Laura Scalia, i testimoni delle stragi e Luigi Mannelli, il patron del Teatro dell’Affratellamento.
“La Toscana è una delle terre colpite dalle stragi nazifasciste nel periodo compreso tra l’aprile e l’agosto del 1944, 200 le stragi accertate che hanno causato complessivamente circa 4mila vittime – ha commentato il sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli, a nome dei promotori -; l’obiettivo di questo incontro e della rete istituzionale è quello di gridare giustizia, di tenere in vita il ricordo dei nostri martiri e di tutti coloro che si sono battuti per la nostra libertà e affiancare e supportare i familiari delle vittime in questa assurda battaglia, inaccettabile e ingiustificata, dichiarata dallo Stato a se stesso, dichiarata dallo Stato alle cittadine e ai cittadini che hanno atteso 80 anni, troppo tempo, per vedersi negare il diritto ad un riconoscimento doveroso, morale più che economico, fatto grave contro il quale continueremo a muoverci in maniera congiunta e condivisa”. I comuni toscani, teatro di stragi nazifasciste, sono 83.

LA CARTA ANTIFASCISTA DEL CHIANTI FIORENTINO

Gli obiettivi

La carta si pone l’obiettivo di contrastare la discriminazione contemplata in tutte le sue forme, sociale, economica, legata all’etnia e al genere, e ad attuare forme di mobilitazione contro la violenza sulle donne, le molestie e le violenze in ambito lavorativo. Il documento impegna i soggetti firmatari alla realizzazione di una serie di azioni concrete e non solo simboliche, istituzionali e sindacali, tese ad affermare i valori della pace, dell’uguaglianza e dell’inclusione sociale.

I firmatari

La carta è stata sottoscritta dai sindaci dei comuni di Greve in Chianti, San Casciano in Val di Pesa, Barberino Tavarnelle, Bagno a Ripoli, Impruneta, dai referenti e coordinatori di CGIL Chianti, CISL Fi e PO, UIL Firenze, e i rappresentanti delle sezioni Anpi per Bagno a Ripoli, Mercatale, Barberino Tavarnelle, Impruneta.

I tragici accadimenti dell’estate 1944

Il 23 luglio 1944, a Pratale, tra le colline di Sambuca e Badia a Passignano, 12 contadini furono prelevati dalle loro case, allontanati dalle loro famiglie, mogli, madri, bambini e anziani e condotti nel bosco vicino al casolare dove risiedevano. Fu al tramonto che il gruppo di uomini inermi conobbe la ferocia nazifascista e fu freddato senza pietà con una scarica di pallottole indirizzate alla testa. “Da allora in quel luogo, un tempo bagnato di sangue, l’erba cresce più forte e rigogliosa – ricorda Mirella Lotti”.
Egidio Gimignani, membro della formazione “Faliero Pucci”, fu catturato e massacrato dai tedeschi nell’estate del ’44 durante un rastrellamento. All’epoca aveva 44 anni e di mestiere faceva il boscaiolo. Il partigiano pagò a caro prezzo, con la sua stessa esistenza, il prezzo della libertà; combatté e morì da resiliente per non sopravvivere da delatore. Gimignani non rivelò una parola e, messo a confronto dai tedeschi che lo portarono in giro per il paese, a contatto con gli abitanti di San Donato, finse di non riconoscere nessuno dei cittadini che frequentava abitualmente. Decise di farsi uccidere, pur di non tradire i compagni e la comunità. Il 20 giugno del 1944 il partigiano Egidio Gimignani cadde barbaramente trucidato dalle SS.

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