Recupero ex caserma Donati e Social Housing, convegno a Sesto Fiorentino

Soluzioni per una prospettiva di vita migliore e più inclusiva per gli anziani. Simonella Mazzanti Spi/CGIL:“ Necessario aggiornare gli spazi urbani in risposta alle nuove esigenze sociali”

L’area della ex Caserma Donati, a Quinto Basso, 40mila metri quadri di proprietà dello Stato, sarà venduta a un privato. Il Comune di Sesto Fiorentino, nel piano operativo, vuole trasformarla in un quartiere “ad alta sostenibilità”. Cgil e Spi chiedono che nell’intervento sia dato rilievo all’housing sociale per anziani fragili. Di tutto questo si è discusso nel convegno “Social Housing e Anziani Fragili: un’opportunità da cogliere qui e ora”, organizzato dalle due sigle sindacali il 2 febbraio presso la sala Meucci della biblioteca Ragionieri di Sesto Fiorentino. Secondo il sindacato, all’interno del recupero urbanistico dell’area, il social housing “può tutelare e cambiare le prospettive sociali di categorie fragili come quella degli anziani”.

Ha introdotto i lavori Simonella Mazzanti, segretaria Lega SPI CGIL Sesto Fiorentino: “Oggi si vive più a lungo, ma vivere più a lungo non significa necessariamente vivere meglio.
Anzi, vivere più a lungo significa sviluppare nuove condizioni di fragilità, si rende quindi necessario aggiornare gli spazi urbani per adeguare tale contesto urbano a questa nuova condizione esistenziale”.

E’ intervenuta poi Elena Aiazzi, segretaria CGIL Firenze: “Con la digitalizzazione nascono nuovi fabbisogni sociali e di salute, intesa in senso più ampio della sola salute fisica, soprattutto, ma non esclusivamente, per gli anziani. Nello sviluppo di questi nuovi quartieri, nell’ottica del Social Housing, è necessario rendersi conto di come l’urbanistica sia strettamente legata al soddisfacimento di questi bisogni attraverso la creazione di apposite aree di aggregazione culturale ed intergenerazionale.

Prima della Tavola Rotonda, hanno parlato alcuni professori dell’Università di Firenze del dipartimento di Architettura, tra cui Claudio Piferi che ha spiegato così il legame tra architettura e necessità sociali: “E’ necessario non parlare più di ‘edifici’ per anziani ma di ‘residenzialità’ per anziani, in quando l’obiettivo dev’essere quello di creare infrastrutture nelle quali il dialogo e lo scambio intergenerazionale sia un qualcosa di strutturale per evitare di incorrere nel rischio che queste diventino delle ‘prigioni di lusso’. E’ molto importante non far sentire l’anziano non adeguato al tempo che sta vivendo proponendo soluzioni architettoniche che morfologicamente siano fortemente contemporanee”.

Al convegno è intervenuta anche Serena Spinelli, assessore Regione Toscana: “Una ricerca ha evidenziato che una percentuale molto alta di over 65 sarebbe interessata ad uscire dalla propria abitazione purché abbia un luogo dove andare a vivere che renda la loro vita più facile. A me non piace collocare al di fuori dalle città queste strutture, perché tutto ciò che mettiamo al di fuori dei margini si colloca automaticamente in una posizione di esclusione, anche se è la cosa più bella del mondo. Quando riusciamo a dare questa tipologia di risposta, va collegata in un luogo della nostra città e che sia permeabile con la stessa”.

Ha aggiunto Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino: “Abbiamo fatto una scelta che consentisse un intervento di rigenerazione e riqualificazione, ma per vedere una quota importante dello stesso che vada nella direzione dell’intervento sociale ed indirizzarlo dove riteniamo ce ne sia più bisogno.
Se da parte del Governo, di fronte a quei grandi ‘buchi neri’ che sono gli edifici abbandonati, come la Caserma Donati, ci fosse un ragionamento che vada oltre alla vendita a privati di queste strutture per usare tali risorse per ridurre il debito, e si pensasse a quanto sarebbe più utile mettere questi terreni, queste potenzialità, in mano ai Comuni, ci sarebbe un tipo d’intervento di tutt’altro respiro.

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