Salario minimo appalti Comune Firenze, Cgil: “Messaggio importante”

Salario minimo negli appalti del Comune di Firenze, Bernardo Marasco (segretario generale Cgil Firenze): “Arriva un messaggio importante. Ma il lavoro povero si combatte applicando i contratti giusti e migliorandoli. Confrontiamoci per qualificare le condizioni di lavoratori e lavoratrici”

Salario minimo negli appalti del Comune di Firenze, la dichiarazione di Bernardo Marasco (segretario generale Cgil Firenze): “È molto importante che il Comune di Firenze sia in prima linea con un messaggio per combattere il lavoro povero nei sui appalti. Però, come sindacato, per noi questo si fa per via contrattuale dal momento che le condizioni dei lavoratori in questione sono condizioni contrattuali, non eminentemente salariali. Quindi il miglioramento delle loro condizioni lo si realizza applicando i contratti firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative strettamente attinenti all’attività oggetto dell’appalto (come abbiamo fatto solo pochi giorni fa nell’appalto dei musei civici) e sostenendo eventualmente condizioni di miglior favore all’interno di quei contratti stessi. Siamo pronti al confronto per realizzare assieme questi obiettivi così importanti per tanti lavoratori, tanto più che con l’Amministrazione sono già previsti incontri per rinnovare il protocollo di regolamentazione degli appalti e per discutere di disapplicazione del subappalto a cascata, come annunciato pochi giorni fa alla firma dell’accordo sul cantiere trasparente per la tramvia e come riportato anche in coda alla delibera approvata oggi”.

Salario minimo, sarà applicato in tutti gli appalti del Comune di Firenzed. Nardella e Funaro: “Firenze è la prima città. Misura di civiltà. Confermiamo capitale del lavoro e dei diritti”

fonte: comune.fi.it

Salario minimo in tutti gli appalti del Comune di Firenze: lo prevede una delibera presentata dalle assessore a Welfare ed Educazione Sara Funaro e al Lavoro Benedetta Albanese, approvata oggi dalla giunta. L’atto stabilisce che nessuno dovrà guadagnare meno di 9 euro l’ora negli appalti in cui il Comune è stazione appaltante.

“Oggi abbiamo approvato in giunta una delibera molto importante – ha detto il sindaco Dario Nardella -, che definirei storica, che stabilisce il principio del salario minimo orario di 9 euro. In tutti i nostri appalti di opere e servizi stabiliamo il criterio del rispetto di un salario minimo di 9 euro l’ora e così nei contratti conseguenti. Siamo la prima città d’Italia a farlo, grazie a questa proposta innovativa dell’assessore Sara Funaro che abbiamo raccolto e rilanciato. Sono orgoglioso di questo risultato di civiltà. Quello che è un obiettivo politico di tutto il centrosinistra a Firenze diventa realtà. E per questo, ancora una volta, con la nostra battaglia ci confermiamo capitale del lavoro, capitale dei diritti”.

“Firenze è la prima città ad applicare il salario minimo in tutti gli appalti del Comune – ha detto l’assessora Funaro -. È una misura di civiltà: mai più una lavoratrice o un lavoratore che lavora nei servizi per la città, ad esempio, nel sociale, nelle scuole e nei musei civici potrà guadagnare meno di 9 euro l’ora. Nel bando di gara sarà indicato il contratto di miglior favore, come è stato fatto alcuni giorni fa per i lavoratori dei musei civici, indicando quello di Federculture che ha garantito maggiori tutele e salari”. “Con questa delibera il Comune di Firenze garantisce che non vengano attivati contratti pirata – ha spiegato Funaro -: imporremo nei bandi l’applicazione solo dei contratti collettivi nazionali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative e verificheremo tutti i contratti già in essere”.

“Siamo il primo Comune in Italia ad adottare una misura di questo tipo – ha aggiunto l’assessora al lavoro Benedetta Albanese – e riusciamo con questo atto a fare un passo avanti su un tema complesso disciplinato da leggi nazionali. Al contempo dimostriamo che anche le amministrazioni locali e i territori possono fare la differenza e azioni concrete per stare al fianco di lavoratrici e lavoratori in questa battaglia che segna un punto dal quale non si torna più indietro”.

La delibera a firma Funaro-Albanese impegna il Comune, come previsto dall’art. 11 del Codice degli appalti, a garantire al personale impiegato nei lavori, nei servizi e nelle forniture oggetto di appalti pubblici e concessioni, l’applicazione del contratto collettivo più attinente all’attività svolta, stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative, salvo i trattamenti di miglior favore.

Il Comune di Firenze si impegna, inoltre, a verificare che i contratti indicati nelle procedure di gara prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a 9 euro l’ora.

L’amministrazione comunale si impegna anche a effettuare una ricognizione di tutti i contratti in essere stipulati a partire dal 2022, verificando le condizioni applicate sia dal punto di vista economico che normativo; a verificare il rispetto dell’applicazione del contratto e delle condizioni contrattuali in maniera costante, redigendo ogni 6 mesi un report relativo agli appalti in essere del Comune di Firenze e alle verifiche sui contratti, e a organizzare incontri con le organizzazioni sindacali per verificare come raggiungere l’obiettivo che tutti i contratti in essere prevedano un trattamento economico minimo inderogabile pari a 9 euro l’ora.

L’amministrazione comunale, grazie a quanto previsto nel nuovo codice degli appalti, con la delibera approvata ha deciso che in tutti gli appalti indicherà il contratto da applicare, individuato prioritariamente tra quelli sottoscritti dalle organizzazioni datoriali più rappresentative e scegliendo un contratto che preveda un trattamento economico minimo inderogabile pari a 9 euro l’ora.

Nel dettaglio l’amministrazione comunale, secondo quanto previsto all’articolo 11 del nuovo Codice degli appalti, qualora l’impresa, chieda in sede di offerta di applicare un contratto diverso da quello indicato nel bando di gara, l’amministrazione (come indicato nella delibera) effettuerà un’analisi integrale del contratto, comparando il contratto indicato con il contratto offerto, per verificare l’equivalenza sia delle tutele economiche (in particolar modo il rispetto del trattamento minimo 9 euro) sia delle tutele normative. Per fare questa verifica dettagliata, denominata ‘giudizio di equivalenza’, l’amministrazione seguirà le indicazioni fornite dall’Anac e dall’ispettorato nazionale del lavoro.

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