Sciopero Cgil-Uil, le iniziative a Le Sieci ed Empoli

Oggi, per tutti i settori privati, lo sciopero nazionale di 4 ore indetto da Cgil-Uil. Obiettivi e ragioni: zero morti sul lavoro, una giusta riforma fiscale, un nuovo modello sociale e di fare impresa. Nell’occasione, nell’area fiorentina si sono svolte due iniziative: una a Le Sieci (Pontassieve) e una a Empoli, luoghi teatro nei giorni scorsi di due gravi infortuni sul lavoro (nel primo caso, mortale).
A Le Sieci corteo e comizio conclusivo al circolo Primo Maggio in via Mascagni. A Empoli presidio in piazza Vittoria.

LE PAROLE DI MARASCO SU NOVARADIO (ASCOLTA IL PODCAST)

“Le stragi si devono evitare, non si può vivere in una condizione in cui il mondo del lavoro è l’anello debole in cui si scaricano le contraddizioni di un modello produttivo che evidentemente non è all’altezza delle sfide: ci sono sempre correttivi che possono essere adottati, il mondo del lavoro non può essere l’anticamera dell’obitorio” attacca Bernardo Marasco, segretario della Camera del Lavoro di Firenze, stamani dai microfoni di Novaradio, nel giorno della mobilitazione nazionale di Cgil e Uil. Nel capoluogo toscano la mobilitazione arriva a quasi due mesi dalla strage degli operai cantiere di via Mariti: nei pressi del cantiere stamani si è riunito un presidio di protesta di circa 40 lavoratori di una ditta, non coinvolta nell’incidente di febbraio, che faceva lavori di carpenteria in quel cantiere e che non viene pagata da Esselunga, con la conseguenza che i lavoratori non sono a loro volta pagati.

In questi due mesi il governo, dopo le prime timide aperture, ha nei fatti respinto le principali richieste avanzate dai sindacati – omicidio sul lavoro, stop ai subappalti a cascata, estensione al settore privato delle tutele negli appalti pubblici – per produrre un pacchetto di norme incentrato su una “patente a punti” duramente criticata dai sindacati: “Inaccettabile che dal governo arrivino pannicelli caldi su un’emergenza indegna per un paese civile” prosegue Marasco: “Fino ad oggi il governo ha proposto una blandissima patente a punti, inefficace” perché “l’elemento di penalizzazione inflitto a chi è ripetutamente” si rende responsabile di “negligenze” è “residuale”.

LE PAROLE DI GIANCARLA CASINI DA LE SIECI

“Oggi in questa giornata di sciopero articolata su più turni nelle aziende e sui territori, come Cgil e Uil Firenze abbiamo deciso di tornare alle Sieci. Lo dobbiamo al giovane operario che meno di due settimane fa ha perso la vita schiacciato da una gru, lo dobbiamo ai 5 lavoratori che hanno perso la vita nel cantiere di via Mariti, lo dobbiamo al lavoratore, anche lui straniero, che ha avuto un infortunio gravissimo a Empoli. Lo dobbiamo alla comunità pakistana lo dobbiamo ai tanti lavoratori stranieri che arrivano nel nostro paese per trovare un futuro migliore e che, ce lo dicono idati, sono quelli che stanno pagando di più in termini di Infortuni mortali e gravissimi. Le cause degli infortuni sono evidenti, lavoro nero subappalto a cascata, precarietà sfruttamento di manodopera e niente formazione. E’ necessario ed urgente intervenire sull’insieme delle cause. Chiediamo al Governo, alle Istituzioni, anche locali, un Patto di responsabilità collettiva e le nostre mobilitazioni e scioperi non si fermeranno fin tanto che non avremo cambiato questo modello di paese che premia il profitto e la rendita e che fa solo finta di piangere I suoi morti. Oggi avremmo dovuto essere molti di più qui alle Sieci, ma tanti dei nostri delegati e funzionari sono a Bologna a portare la loro solidarietà alla manifestazione locale per l’ennesima strage sul lavoro che ha coinvolto 13 operai sull’Appennino tosco-emiliano”.

LE PAROLE DI GIANLUCA LACOPPOLA DA EMPOLI

“Nell’Empolese-Valdelsa i primi dati sullo sciopero ci dicono dell’ottima riuscita della protesta.
Oggi lo sciopero aveva più di una motivazione, ma l’ennesima strage sul lavoro ha focalizzato tutti gli interventi dei delegati e delle delegate intervenute al presidio in piazza della Vittoria, sul tema della salute e sicurezza. Il nostro è un sistema economico malato che arricchisce pochi, impoverisce chi lavora e condanna a morte tre lavoratori al giorno. Continueremo a impegnarci per cambiare questo paese, contro appalti, precarietà e perdita di diritti. A partire dalla manifestazione del prossimo 20 aprile, a Roma, dai cortei per il Primo maggio, e dalla raccolta di firme per i referendum che la Cgil presenterà nei prossimo giorni”

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